venerdì 27 giugno 2014

Cake ai mirtilli e yogurt greco



Non so da voi, ma qui in Piemonte da alcuni giorni l'estate ha lasciato il posto ad un autunno umido e grigio, con pioggia, nuvoloni e temperature decisamente miti, se non frescoline.
C'è forse una scusa migliore per accendere il forno e preparare un dolce semplice e confortante?
Un po' di tempo fa, gironzolando sul sito di Donna Hay, meravigliosa fonte d'ispirazione sia per le ricette sempre originali che per le presentazioni e le bellissime fotografie, mi sono imbattuta in un “blueberry and yoghurt loaf” dall'aspetto molto invitante e di rapidissima esecuzione. Ho salvato la ricetta tra i preferiti, rimandandone la preparazione alla stagione dei mirtilli. 
Ora la stagione è arrivata e nei campi intorno a casa mia è tempo di raccolta (alla quale, tra l'altro, partecipo in prima persona). Ad essere sincera i mirtilli coltivati non hanno quasi nulla a che spartire con quelli selvatici di alta montagna, già a partire dalle dimensioni: grandi quasi quanto un acino d'uva i primi, piccolini e quasi neri i secondi. E poi, se vogliamo parlare del gusto, non c'è proprio paragone. Da ragazzina passavo le estati con mia sorella in  montagna coi nonni e ogni tanto un cugino di mia mamma arrivava dalle sue scarpinate in alta quota con un secchiello pieno di mirtilli. Erano un'autentica delizia! Un profumo ed un sapore intensi, di bosco, e il succo asprigno che macchiava le mani e le lingue, con nostro grande divertimento.
Ancora oggi, ogni tanto, durante le passeggiate in montagna capita di imbattersi nei cespugli bassi e cercare quei pallini blu che sembrano nascondersi tra le foglie.
Questa digressione per dire che ho usato mirtilli coltivati, ma il risultato è comunque stato ottimo: un dolce umido e compatto, dalla texture scioglievole e fondente, che si conserva morbido a lungo.
Ho soltanto diminuito leggermente la quantità di burro ed aumentato di conseguenza quella di yogurt.
Vi consiglio di provarlo.



Cake ai mirtilli e yogurt greco

Ingredienti per uno stampo da plumcake di 23 cm:

150 g di burro morbido (per me 120 g)
220 g di zucchero semolato 
2 uova
140 g di yogurt greco (per me 160 g)
225 g di farina autolievitante
1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 pizzico di sale
125 di mirtilli + altri per servire
zucchero a velo

Preriscaldare il forno a 160°. 
In una ciotola mescolare il burro con lo zucchero, aggiungere le uova, lo yogurt, la scorza di limone e la vaniglia e amalgamare il tutto con un cucchiaio.
Aggiungere i mirtilli e trasferire il composto nello stampo precedentemente imburrato e rivestito di carta forno. Livellare la superficie e trasferire in forno per circa un'ora-70 minuti. Estrarre il dolce dal forno e lasciarlo intiepidire 10 minuti nello stampo; quindi trasferirlo una gratella e farlo raffreddare.
Spolverare di zucchero a velo e servire con altri mirtilli freschi.






martedì 24 giugno 2014

Crescioni con prosciutto affumicato, stracchino e crescione



In cucina amo così tanto sperimentare sempre cose nuove, che non mi capita spesso di replicare una ricetta più volte. 
In effetti, se mi chiedessero qual è il mio “cavallo di battaglia”, avrei serie difficoltà a rispondere, perché se ne ho l'occasione preferisco quasi sempre provare qualcosa di inedito. 
Ancora più raro è che riproponga lo stesso piatto in un arco di tempo molto limitato. 
Ma poi capita che questo mese la vincitrice dell'Mtchallenge ci regali una ricetta così versatile e buona che la voglia di farla e rifarla prende il sopravvento: e così la piadina ha imperversato alla grande a casa nostra, ed ho già in programma di rifarla almeno un altro paio di volte prima della fine del mese!
Dopo la classica versione aperta, ho voluto mettere alla prova l'impasto anche con i crescioni, ovvero delle specie di panzerotti che si ottengono farcendo la piadina prima di cuocerla e ripiegandola a metà. Come spiega Tiziana nel suo post, i crescioni o cassoni prendono il loro nome dal crescione, un'erba un tempo molto diffusa che veniva appunto usata come ripieno di questa specialità, e che col passare del tempo è stata sostituita con gli spinaci o le erbette.
Ho già avuto modo di dire quanto mi piaccia il sapore acidulo ed inconsueto di quest'erba, che sono riuscita a coltivare sul mio balcone. E così, per ricollegare anche solo idealmente il crescione (la piadina farcita) alle sue origini, ho deciso che il crescione (l'erba) sarebbe senz'altro entrato nel ripieno. 
I progetti originari prevedevano qualcosa di molto diverso ed un po' più elaborato, ma alla fine la voglia di semplicità ha prevalso!



Crescioni con prosciutto affumicato, stracchino e crescione

Ingredienti per 12 crescioni: 
(ricetta e procedimento come da post di Tiziana; ho semplicemente dimezzato le dosi)

250 g di farina 00
62,5 g di acqua
62,5 g di latte parzialmente scremato fresco
50 g di strutto
7 g di lievito per torte salate
5 g di sale fine
1 pizzico di bicarbonato di sodio

200 g di prosciutto cotto affumicato
150 g di stracchino
un mazzetto di crescione
pepe


Fate scaldare al microonde il latte e l'acqua per pochi secondi in modo che siano tiepidi. Lasciate ammorbidire lo strutto mezz'ora circa fuori dal frigorifero. Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All'interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l'acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po' dura. Mettete l'impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell'uso.
Dividete l'impasto iniziale in 12 palline da circa 35 grammi e lasciatele riposare almeno mezz'ora. Disponete ogni pallina sul tagliere appena infarinato, schiacciatela con le dita e stendetela con il mattarello un po' più sottile rispetto alla piadina perché se fosse troppo grossa non cuocerebbe bene all'interno e nei bordi. 
Farcite i crescioni con il prosciutto a pezzetti, un cucchiaino di stracchino e qualche foglia di crescione; completate con una macinata di pepe. Chiudete i crescioni e sigillate il bordo prima con la punta delle dita poi con i rebbi di una forchetta facendo attenzione a non forare il crescione. Scaldate il testo o l'apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all'interno, ma nemmeno troppo bassa. Potete fare una prova con un piccolo pezzetto di pasta per regolare la giusta temperatura. 
Cuocete i crescioni da entrambi i lati, premendo leggermente sui bordi affinché cuociano uniformemente. A fine cottura mettete i crescioni in piedi in modo che si cuocia anche la parte della piega.
Serviteli caldi.

Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge n. 40






venerdì 20 giugno 2014

Gelato alla nocciola (anche senza gelatiera)



Ho sempre pensato che fare il gelato in casa senza la gelatiera fosse un'impresa quasi impossibile.  Per questo fino a poco tempo fa avevo archiviato mentalmente il gelato in quella categoria di prodotti che ancora per parecchio tempo mi sarei accontentata (si fa per dire!) di acquistare già pronti, rientrando l'acquisto di una gelatiera nel novero delle spese assolutamente voluttuarie, e soprattutto non avendo, al momento, spazio sufficiente dove metterla.
Poi la scorsa estate, girovagando su internet, ho iniziato ad imbattermi in alcuni post che magnificavano i pregi del gelato fatto in casa, anche senza la gelatiera. Ovviamente mi sono subito incuriosita, ed ho scoperto che si può fare un buon gelato usando solo un recipiente, un cucchiaio ed un po' di olio di gomito. Il principio è molto semplice: si prepara normalmente la base del gelato, la si raffredda bene e si trasferisce in freezer. Poi, ad intervalli di un'ora circa, si riprende il recipiente e si dà una vigorosa mescolata, in modo da uniformare la consistenza del tutto. Così è iniziata la mia produzione casalinga, ed ho già sperimentato vari gusti con successo.
Fare il gelato in realtà non è una cosa banale. Esistono calcoli e tabelle molto rigorose da seguire per bilanciare correttamente la quantità di grassi, zuccheri ed acqua ed ottenere così un prodotto dal gusto equilibrato e con la giusta consistenza. Io non mi sono ancora avventurata seriamente nello studio della chimica del gelato, ma devo dire che finora i risultati sono stati comunque soddisfacenti.
L'unica nota che mi sento di lasciare riguarda i tempi di consumo del gelato preparato senza la gelatiera. Di solito quando decido di prepararlo ne faccio il quantitativo che penso verrà consumato subito, infatti la consistenza è ottima appena pronto, ma tende ad indurire molto restando in freezer. Se però dovesse avanzarne, sarà sufficiente tenerlo un po' a temperatura ambiente e rimescolarlo bene prima di servirlo.



Gelato alla nocciola

Ingredienti:

250 ml di latte fresco
2 tuorli 
100 ml di panna fresca
80 g di nocciole
120 g di zucchero

Tostare leggermente le nocciole in un'ampia padella e privarle della pellicina con l'aiuto di un canovaccio. Trasferirle in un robot da cucina e frullarle con 40 g di zucchero prelevati dal totale fino a quando le nocciole inizieranno a rilasciare il loro olio e si otterrà una pasta densa e cremosa. 
A parte preparare una crema inglese montando i tuorli con gli 80 g di zucchero restanti fino ad ottenere una massa chiara e densa. Nel frattempo mettere il latte in un pentolino e portarlo quasi all'ebollizione, quindi versarlo a filo sulle uova montate, mescolando bene. Rimettere il composto sul fuoco a fiamma bassissima e fare addensare la crema sempre mescolando, finché raggiunge gli 85 °C. In assenza di un termometro da cucina si può capire che la crema è pronta non appena inizia a velare il cucchiaio. 
A questo punto farla raffreddare velocemente immergendo la pentola in un contenitore riempito di acqua e ghiaccio, quindi trasferirla in frigo fino a quando è ben fredda. Riprendere la crema dal frigo ed amalgamarvi la panna e la pasta di nocciole precedentemente preparata.
Se si dispone di una gelatiera trasferirvi la crema ed avviare l'apparecchio secondo le istruzioni, fino a quando si sarà addensata ed il gelato avrà preso consistenza. In alternativa trasferire la crema in un contenitore stretto e lungo munito di coperchio e riporla in freezer per un'ora. Estrarre quindi il contenitore e mescolare velocemente il contenuto con un cucchiaio o uno sbattitore elettrico per uniformare la consistenza del gelato, che sarà ghiacciato ai bordi ma ancora molto morbido al centro. Riporre il gelato in freezer e ripetere quest'operazione ad intervalli di un'ora circa fino a quando il gelato sarà pronto da consumare.





martedì 17 giugno 2014

Piadina un po' greca e un po' mediorientale per l'Mtc




Quando ho scoperto che la sfida di giugno dell'Mtchallenge avrebbe avuto come oggetto la piadina sono stata felicissima. Adoro il cibo da strada e adoro mettere le mani in pasta, perciò l'idea di cimentarmi per la prima volta con questa preparazione sotto la guida di una romagnola doc non poteva farmi più contenta. 
La ricetta proposta da Tiziana, oltre ad essere un grande classico della cucina regionale, ha poi il pregio di essere un cibo di condivisione e profondamente democratico: ognuno ci mette dentro ciò che più gli piace e non ci sono praticamente limiti alla fantasia di sapori ed abbinamenti.
Premetto che per me la piadina per eccellenza, quella che scelgo sempre senza esitazioni, è la più classica, con crudo, squacquerone e rucola: non a caso è questa la prima interpretazione che Tiziana ci propone nel suo dettagliatissimo post. Ma provando a discostarmi un po' dalla tradizione ho pensato ad un insieme di sapori molto mediterraneo e con un tocco quasi mediorientale dato dalla tahina, la crema di sesamo indispensabile ingrediente dell'hummus, e dal sumac o sommacco, una spezia diffusa soprattutto nei paesi mediorientali e dell'Europa meridionale, dal sapore spiccatamente asprigno. Per l'impasto della piadina ho seguito alla lettera la ricetta di Tiziana, sostituendo però una parte della farina con farina di ceci e diminuendo di conseguenza leggermente i liquidi, per via del diverso potere di assorbimento.
Sarà che è una ricetta della tradizione, sarà la fragranza data dallo strutto o il riposo di 48 ore, ma questa piadina mi ha davvero conquistata!



Piadina un po' greca e un po' mediorientale

Ingredienti per 6 piadine:

300 g di farina 00
200 g di farina di ceci
115 g di acqua
115 g di latte parzialmente scremato fresco
100 g di strutto
15 g di lievito per torte salate
10 g di sale fine
1 pizzico di bicarbonato di sodio


Fate scaldare al microonde il latte e l'acqua per pochi secondi in modo che siano tiepidi. Lasciate ammorbidire lo strutto mezz'ora circa fuori dal frigorifero. Su di un tagliere disponete le farine e fate un buco al centro con la mano. All'interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l'acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po' dura. Mettete l'impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell'uso. 
La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz'ora. Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d'impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Avrà un diametro di circa 20 centimetri e uno spessore di 0,5 centimetri (io l'ho stesa un po' più sottile, circa un paio di millimetri). 
Scaldate il testo o l'apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all'interno, ma nemmeno troppo bassa. Potete fare una prova con un piccolo pezzetto di pasta per regolare la giusta temperatura. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull'altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.



Per la farcitura:

500 g di ceci lessati
250 g di formaggio feta
un bel mazzetto di rucola
125 ml di yogurt bianco (io uso quello fatto da me)
2 cucchiai colmi di tahina *
2 cucchiaini di sumac
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
sale

Lavare la rucola, scolarla e tenerla da parte.
Preparare la salsa mescolando la tahina con lo yogurt ed un pizzico di sale e tenere da parte.
Scaldare un filo d'olio in una padella con lo spicchio d'aglio e non appena inizia a sfrigolare aggiungere i ceci precedentemente lessati; salare e far cuocere un paio di minuti. A fine cottura spolverare con il sumac.
Comporre le piadine appena fatte con i ceci, la feta a cubetti, qualche foglia di rucola e completare con la salsa.


* Per la tahina:

150 g di sesamo
4-5 cucchiai di olio di sesamo (in alternativa si può usare un olio di semi delicato, per non alterare il sapore della tahina)

Tostare i semi di sesamo in una padella a fuoco basso smuovendoli spesso e facendo attenzione a non farli scurire troppo. Appena si comincia a percepire il caratteristico profumo tostato ed i semi inizieranno a scoppiettare il sesamo è pronto: toglierlo dal fuoco e trasferirlo in una ciotola, per evitare che la cottura prosegua grazie al calore della padella.
Una volta raffreddati, tritare i semi con un macinino da caffè fino ad ottenere una polvere fine (questo passaggio è importante per poter ottenere in seguito una crema omogenea e non granulosa).
Trasferire la polvere di sesamo in un mixer e cominciare a frullare ad intermittenza, aggiungendo l'olio poco alla volta, fino ad ottenere una crema vellutata.
Una volta pronta, la tahina si può conservare in frigorifero in un barattolo di vetro. La parte oleosa e quella solida tenderanno a separarsi: per rendere la salsa omogenea sarà sufficiente rimescolare bene prima di ogni uso. 



Con questa ricetta partecipo alla sfida di giugno dell'MTChallenge









venerdì 13 giugno 2014

Cannoli con mousse di piselli e maggiorana




Con questo caldo la voglia di stare in cucina ed ancor  più quella di accendere il forno incominciano a diminuire notevolmente ed aumentano invece le occasioni di trovarsi all'aperto a sorseggiare qualcosa di fresco spiluccando qua e là. 
Ma c'è qualcosa che amo preparare sempre, indipendentemente dalle temperature, e si tratta proprio degli stuzzichini da aperitivo, perfetti per questi giorni di afa e di mondiali.
Il forno, poi, è il mio alleato numero uno in cucina, perciò non smetto praticamente mai di usarlo. Così sono nati questi cannoli (ma anche conetti) ai piselli e maggiorana: ho sfruttato il pane per tramezzini per ottenere dei gusci croccanti abbastanza veloci da preparare, che si possono farcire in mille modi diversi. Io li ho cotti in forno, ma si possono tranquillamente friggere per ottenere un risultato ancora più croccante e appetitoso. Se non si possiedono gli appositi cilindri in metallo ( un acquisto che, chissà perché, io continuo a rimandare) o si vogliono preparare in formato più piccolo, il mio consiglio è quello di inserire delle palline di carta stagnola all'interno dei cannoli per evitare che durante la cottura in forno perdano la forma.





Cannoli con mousse di piselli e maggiorana

Ingredienti.

250 g di piselli freschi sgranati (circa 500-600 g col baccello)
brodo vegetale o acqua q.b.
1 cipolletta
30 g di pecorino grattugiato (o metà parmigiano e metà pecorino)
80 g di ricotta di pecora fresca
qualche rametto di maggiorana
olio extravergine d'oliva sale e pepe

3-4 fette di pane al latte per tramezzini 
1 uovo
semi a piacere (io ho usato sesamo e nigella)

Affettare sottilmente la cipolla e farla rosolare un paio di minuti con un filo d'olio, senza farla bruciare. Unire i piselli sgranati, lasciare insaporire e portare a cottura, aggiungendo quando necessario brodo o acqua calda. Salare e fare intiepidire.
Frullare i piselli con il pecorino, la ricotta, abbondanti foglioline di maggiorana, una macinata di pepe ed un filo d'olio fino ad ottenere una crema consistente. Tenere da parte.
Con l'aiuto di un mattarello appiattire ogni fetta di pane per tramezzini fino ad ottenere una sfoglia sottile; ricavarne dei quadrati o dei cerchi e richiuderli a forma di cannolo o di cono, sigillando i punti di giuntura con l'uovo sbattuto. Spennellarne leggermente d'uovo tutta la superficie e cospargerli di semi. Trasferirli su una teglia ricoperta di carta da forno, inserire delle palline di carta stagnola nei cannoli e nei conetti per evitare che durante la cottura perdano la forma ed infornare a 180° per circa 12 minuti o fino a quando sono dorati.
Una volta freddi farcire con la mousse di piselli con l'aiuto di una sac à poche.




Con questa ricetta partecipo al contest de Il Gatto ghiotto in collaborazione con Terre Ducali



Con questa ricetta partecipo al contest di Angelina in cucina "Noi NON siamo a dieta"


martedì 10 giugno 2014

Sformato di orzo e zucchini alle erbe




Vado matta per la pasta e amo molto i risotti, ma adesso che comincia l'estate mi capita spesso di usare cereali alternativi, che si prestano bene per delle fresche insalate ed hanno anche il grande vantaggio di mantenersi croccanti e “al dente”. Quelli che uso di più sono l'orzo ed il farro, ed in genere li abbino a verdure ed erbe aromatiche, con aggiunte che il più delle volte dipendono da quello che offre il frigo. 
In questo caso ho pensato invece di preparare uno sformato, che secondo me è ottimo anche tiepido o a temperatura ambiente, e quindi può essere tranquillamente preparato in anticipo. L'unico scoglio è la cottura in forno, che con l'arrivo del caldo può scoraggiare. Fortunatamente dove abito le temperature (soprattutto interne) sono ancora più che accettabili; in caso contrario consiglio di prepararlo la sera per il giorno successivo: il riposo aiuterà anche ad amalgamare i sapori.



Sformato di orzo e zucchini alle erbe

Ingredienti per uno stampo da plumcake:

150 g di orzo perlato
400 g di zucchini chiari
1 cipolla fresca
3 uova
60 g di parmigiano grattugiato
80 g di ricotta vaccina
un mazzetto di erbe aromatiche (prezzemolo, maggiorana, basilico, menta...)
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Per la salsa di accompagnamento:

130 g di yogurt greco
100 g di quark o formaggio spalmabile
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
erba cipollina o altre erbe a piacere
sale e pepe

Sciacquare l'orzo, trasferirlo in una capace pentola con abbondante acqua fredda e lessarlo per circa 25 minuti dal momento dell'ebollizione (con una pentola a pressione il tempo di cottura si dimezza).
Nel frattempo affettare sottilmente la cipolla e ridurre a dadini gli zucchini precedentemente mondati e lavati. In una padella fare soffriggere per qualche istante la cipolla con un filo d'olio, aggiungere gli zucchini, salare e cuocere per 7-8 minuti, in modo che la verdura rimanga un po' croccante.
Scolare l'orzo, lasciarlo intiepidire e salarlo, quindi mescolarvi gli zucchini; aggiungere la ricotta, il parmigiano, le erbe fresche tritate ed i tuorli. A parte montare gli albumi ed aggiungerli delicatamente al composto. Regolare di sale e pepe e trasferire il tutto in uno stampo da plumcake foderato con carta forno bagnata e strizzata, precedentemente unta con un filo d'olio. Coprire lo stampo con un foglio di di alluminio e cuocere in forno caldo a 180° per circa 50 minuti, eliminando l'alluminio dopo i primi 30 minuti.
Preparare la salsina d'accompagnamento mescolando lo yogurt greco con il quark o il formaggio spalmabile, il limone, l'olio, un pizzico di sale ed una macinata di pepe e completare con qualche stelo di erba cipollina tagliuzzata. Conservare in fresco fino al momento di servire.








venerdì 6 giugno 2014

Tartellette di farro con paté di prosciutto al Marsala



Le tartellette salate sono una di quelle cose che preparo piuttosto spesso perché sono versatili, presentano bene e di solito vengono apprezzate da tutti. 
Quando abbiamo ospiti in genere allestisco diversi ripieni: formaggio ed erbe fresche, caprino e noci, salmone affumicato e rucola... Quello che però non manca mai è il paté di prosciutto, che preparo sempre “ad occhio”, spesso variando a seconda del formaggio che ho in frigo (ricotta, robiola o il classico formaggio spalmabile). 
Non ho mai acquistato la brisée già pronta perché trovo che sia una base molto veloce da fare, che non richiede particolari accorgimenti e che sicuramente, al di là del burro, risulta molto più sana se preparata in casa. Questa volta, per renderla un po' più rustica e saporita, ho utilizzato una parte di farina di farro, che si sposa molto bene con le nocciole di guarnizione. 
Questa tartellette hanno inoltre il vantaggio che sia i gusci che il ripieno possono essere preparati in anticipo e poi assemblati all'ultimo. E se dovesse avanzare del paté, ovviamente è ottimo anche spalmato su dei semplici crostini di pane.








Tartellette di farro con paté di prosciutto al Marsala

Ingredienti per circa 30-35 tartellette

Per la brisée:

80 g di farina di farro integrale
70 g di farina 00
75 g di burro freddo
3-4 cucchiai di vino bianco secco
una presa di sale

Per il paté:

150 g di prosciutto cotto
80 g di ricotta vaccina
50 g di mascarpone
mezzo bicchierino di Marsala secco
sale 

una manciata di nocciole tostate
germogli freschi (io ho usato un mix leggermente piccantino di semi di fieno greco, senape e alfa alfa)

Preparare la brisée impastando velocemente a mano o con il mixer le farine con il burro freddo ed il sale; aggiungere il vino ben freddo un cucchiaio alla volta, fino ad ottenere un impasto compatto. Formare una palla, avvolgerla in un foglio di pellicola e metterla a riposare in frigo per almeno 30 minuti.
Nel frattempo preparare il paté. Frullare il prosciutto tagliato grossolanamente con la ricotta ed il mascarpone, aggiungendo il Marsala poco per volta: si dovrà ottenere un paté soffice ma consistente. Assaggiare ed eventualmente regolare di sale.
Trascorso il tempo di riposo della pasta stenderla su un piano leggermente infarinato allo spessore di circa 2-3 mm e con l'aiuto di un coppapasta rotondo o di uno stampino a forma di fiore ritagliarvi dei dischetti del diametro di circa 5 cm. Trasferirli in uno stampo da minimuffins (se lo stampo è antiaderente non è necessario imburrarlo) o negli appositi stampini da tartelletta e far cuocere in forno statico a 180° per circa 10-12 minuti, o fino a quando i bordi saranno leggermente dorati.
Una volta che le basi si saranno raffreddate farcirle con il paté di prosciutto aiutandosi con una sac à poche con beccuccio a stella.
Guarnire le tartellette con le nocciole tritate grossolanamente o con i germogli.




Con questa ricetta partecipo al contest de Il gattoghiotto, in collaborazione con Terre Ducali




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