venerdì 31 ottobre 2014

Panini alla zucca (a forma di zucca)



Le ricette che prima o poi vorrei provare sono talmente tante che non riesco mai a stare dietro ai nuovi spunti che quotidianamente traggo da libri, riviste, blog... e ovviamente dalle persone con cui parlo, dalla tradizione locale e non ultimo da ciò che partorisce la mia mente.
Con questi paninetti è andata esattamente così. Li avevo visti in giro un po' dovunque lo scorso autunno e me li ero annotati mentalmente con il proposito di provarli quanto prima. Poi, tra una cosa e l'altra, la stagione della zucca è terminata e la ricetta è finita sepolta chissà dove.
E' stata lei, qualche giorno fa, a farmeli tornare in mente con il suo post, ed allora ho deciso che questa volta non avrei lasciato passare un intero anno prima di provarli. Per combinazione la sera precedente avevo cotto un bel po' di zucca da destinare ad altri utilizzi, e così ne ho approfittato subito.
Si tratta di una ricetta ad impasto diretto semplicissima da realizzare, la cui particolarità sta nella fase di "legatura" che consente di trasformare dei normali panini in altrettante zucchette, molto decorative. Può essere un'idea coinvolgere i bambini durante questo passaggio: sono sicura che si divertiranno molto!
Ho un po' modificato la ricetta originale in base ai miei gusti e alle farine che avevo in dispensa, ottenendo dei panini soffici e sostanzialmente neutri, adatti ad accompagnare sia il dolce che il salato. L'impasto può però essere arricchito a piacere, ad esempio con curry, coriandolo, noce moscata o rosmarino in versione salata, o spezie calde come cannella e chiodi di garofano (o magari con un po' di scorza d'arancia) se pensate di consumarli con burro e marmellata.






Panini alla zucca

Ingredienti per una decina di panini:

150 g di farina manitoba
100 g di farina 00
250 g di farina 0
250 g di polpa di zucca (peso da cotta)*
150 ml di latte fresco intero
30 g di burro
10 g di lievito di birra (anche 7 possono bastare, se avete tempo)
1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
5 g di miele
8 g di sale
una decina di chiodi di garofano

* Per la cottura della zucca in genere procedo in questo modo: dopo averla lavata e spazzolata la taglio a fette non troppo spesse senza privarla della buccia e le dispongo in un solo strato su una placca rivestita di carta forno. Inforno a 180-200° per una mezz'oretta, finché è tenera. La lascio leggermente intiepidire e poi con un cucchiaio prelevo tutta la polpa, che si stacca dalla buccia molto facilmente.
In questo caso ho usato una zucca molto zuccherina (lo so, sembra un gioco di parole!) e dalla polpa compatta, che poi ho semplicemente schiacciato con una forchetta ottenendo una purea. 


Mettere a scaldare in un pentolino il latte con il burro ed il miele fino a quando il burro sarà sciolto. Lasciare intiepidire e quindi sbriciolarvi il lievito (attenzione: la temperatura dev'essere intorno ai 30-35°, non di più, altrimenti si rischia di inibire l'attività del lievito). Lasciare riposare una decina di minuti.
Nel frattempo setacciare le farine in un'ampia terrina e aggiungere al centro la purea di zucca, l'olio ed infine il miscuglio di latte, burro e lievito. Incominciare ad impastare, quindi aggiungere il sale ed il latte restante intiepidito (a seconda del potere di assorbimento delle farine e dell'acquosità della zucca potrebbe non volerci tutto).
Trasferire l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata ed impastare energicamente per una decina di minuti fino ad ottenere un panetto morbido e liscio. Trasferirlo nuovamente nella terrina, coprire con pellicola o con un telo e porlo a lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio.
Riprendere l'impasto, suddividerlo in palline del peso di circa 100 g e disporle sulla placca del forno foderata di carta forno. Legare ogni pagnottella con spago da cucina, incrociandolo più volte in modo da simulare la forma di una zucca. Fissare lo spago e lasciare lievitare ancora mezz'ora.
Cuocere i panini in forno caldo a 180° per circa 15-20 minuti.
Una volta raffreddati rimuovere lo spago e completare ogni zucchetta con un chiodo di garofano a mo' di picciolo.






martedì 28 ottobre 2014

Zuppa di castagne e sedano rapa



Dopo i cieli tersi, l'aria frizzantina e la luce quasi accecante dei giorni scorsi, ecco arrivare i primi freddi e le nebbioline soffuse. Si tirano indietro le lancette dell'orologio e le giornate, in un attimo, cominciano a diventare troppo corte. Non sono neppure le sei di sera ed è già buio.
Il primo ad adeguarsi ai nuovi ritmi è il mio stomaco, che puntualmente di questa stagione comincia a brontolare sempre prima, la sera: crede che il calare delle tenebre sia il segnale inequivocabile dell'ora di cena che si avvicina! Il resto del mio essere, invece, è in bilico tra due opposte sensazioni: da un lato vorrebbe sfuggire al torpore che avvolge lentamente ogni cosa, dall'altro si lascia blandire dalle lusinghe del tempo che si sfilaccia mollemente.
In queste giornate il mio cibo di conforto per eccellenza sono le zuppe: calde, cremose e rassicuranti, sono spesso la soluzione perfetta per la cena, quando sono da sola. Questa volta ho accostato due sapori che raramente si trovano uniti in un unico piatto, sposando la dolce pastosità delle castagne con l'aroma delicato del sedano rapa, che invoglia ad affondare il cucchiaio ancora ed ancora...



Zuppa di castagne e sedano rapa

Ingredienti per 3-4 persone:

200 g di castagne bollite e pelate
200 g di sedano rapa (peso al netto degli scarti)
la metà di un piccolo porro
1 patata media
brodo vegetale q.b.
rosmarino
olio extravergine di oliva
sale e pepe


In una pentola fare appassire dolcemente il porro tagliato a rondelle con un giro d'olio e qualche ago di rosmarino tritato. Tagliare a tocchetti la patata ed il sedano rapa ed aggiungerli al fondo di porro; unire anche le castagne, tenendone qualcuna da parte per la decorazione, lasciare insaporire qualche minuto, salare, coprire con il brodo vegetale e lasciare cuocere per una ventina di minuti circa. Togliere la pentola dal fuoco e ridurre in crema con l'aiuto di un mixer ad immersione.
Distribuire la zuppa in fondine individuali, sbriciolarvi grossolanamente le castagne tenute da parte e completare con un giro d'olio e una macinata di pepe.





giovedì 23 ottobre 2014

Tartufi castagne e cioccolato



Affondare fino ai polpacci tra le foglie secche, respirare l'odore di muschio che sale dalla terra e stare ad osservare il lento mutare della natura tutto intorno. 
Per me non c'è piacere più grande di questo, quando arriva l'autunno. Una passeggiata nei boschi ha il potere di liberarmi la mente e pacificarmi l'anima, di rimettermi in contatto con me stessa.
E poi ci sono i frutti stupendi di questa stagione, che spesso sono proprio lì, a portata di mano, se solo si ha la pazienza di andarli a cercare.
Per gustare subito una parte delle prime castagne raccolte ho preparato un dolcetto veloce, che vuole essere uno spunto, più che una ricetta vera e propria. L'unica parte un po' noiosa consiste nella sbucciatura delle castagne, ma una volta pronti questi tartufi sapranno farsi ripagare del tempo speso.



Tartufi castagne e cioccolato

Ingredienti:

350 g di castagne già lessate e private della buccia*
100 g di cioccolato fondente (70%)
1 bicchierino di ruhm scuro
2-3 cucchiai di zucchero di canna integrale
cacao amaro q.b.

Passare le castagne ancora tiepide al passaverdura e raccogliere la polpa in una ciotola. Unirvi il cioccolato fuso a bagnomaria, il ruhm  e lo zucchero. A piacere aggiungere un paio di cucchiai di cacao amaro. Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo e trasferire in frigo per almeno 3-4 ore, ma anche un'intera notte.
Trascorso il tempo di riposo prelevare delle piccole quantità di composto, formare delle palline e rotolarle nel cacao. Trasferire i tartufi negli appositi pirottini di carta o semplicemente su un piatto e servire.


* Per lessare le castagne procedere nel seguente modo, calcolando che il peso di partenza delle castagne crude dovrà essere circa il doppio di quello necessario per la ricetta (in questo caso, quindi, circa 700-800g).
Con l'aiuto di un coltello o dell'apposito attrezzo praticare una piccola incisione su un lato dei frutti; trasferirli in una grossa pentola, coprire abbondantemente d'acqua fredda, aggiungere una presa di sale grosso ed una foglia d'alloro o qualche seme di finocchio. Trasferire la pentola sul fuoco e calcolare circa quaranta minuti di cottura da quando l'acqua comincia a bollire.
Una volta cotte scolare le castagne poche alla volta e sbucciarle finché sono ancora calde.



Con questa ricetta partecipo al contest "Ricette d'autunno"



e alla raccolta "I dolci alle castagne" 





lunedì 20 ottobre 2014

Lasagne d'autunno



In questi giorni in cui su gran parte della penisola le temperature sembrano ancora estive, più che pasteggiare a lasagne verrebbe voglia di fare un pic-nic all'aria aperta, godendosi gli ultimi scampoli di bel tempo e aria tiepida.
Ma si sa, la lasagna è la lasagna, e a lei non si riesce a dire mai di no. Tanto più se questo è il tema della sfida mensile dell'MTChallenge proposto da Sabrina, che ci ha chiamati a confrontarci con un caposaldo della tradizione gastronomica italiana, amato da tutti.
Devo ammettere che sul tema lasagne sono poco ferrata. Infatti, mentre per molti italiani sono la ricetta-simbolo delle domeniche in famiglia e dei pranzi di festa, a casa nostra questo piatto si cucina davvero di rado. Di tanto in tanto ne prepariamo una versione con pesto, patate e fagiolini, che io amo molto, ma di certo non è un piatto che potrei definire un “classico” della mia tradizione familiare. Io stessa, da quando convivo col mio compagno, le avrò fatte sì e no un paio di volte.
Ma sia chiaro: le lasagne mi piacciono tantissimo! E per fortuna posso godere di quelle, ottime, preparate da mia suocera, che al contrario di me può vantare decenni di esperienza in questo campo.
La sfida lanciata da Sabrina è quindi stata un'ottima palestra di allenamento, oltre che una scusa perfetta per coccolarsi con uno dei cibi più appaganti che conosca.
Ecco la mia versione, che prende spunto da un bel cesto di noci raccolte nei boschi qualche giorno fa.



Lasagne semi-integrali alle noci con radicchio, prosciutto alla brace e toma di Lanzo

Ingredienti per una grossa teglia:

per la sfoglia*
50 g di gherigli di noce
80 g di farina integrale di frumento
170 g di farina 0
3 uova

per la besciamella
750 ml di latte
50 g di burro
55 g di farina
sale
noce moscata

per la farcitura
600 g di radicchio di Chioggia
1 piccola cipolla rossa
½ bicchiere di vino rosso (per me Barbera)
200 g di prosciutto cotto alla brace
150 g di toma di Lanzo
parmigiano grattugiato q.b.
olio extravergine d'oliva
sale e pepe


Preparare la sfoglia. Tritare le noci insieme a due cucchiai di farina prelevati dal totale fino ad ottenere una polvere fine. Disporre sulla spianatoia le farine e la polvere di noci a fontana e sgusciarvi nel mezzo le uova. Iniziare ad amalgamare con delicatezza, impastando e massaggiando l'impasto per una decina di minuti, fino ad ottenere un panetto dalla consistenza liscia. Coprire l'impasto con una ciotola e lasciarlo riposare mezz'ora. 
Pulire il radicchio, lavarlo, eliminare le parti dure ed affettarlo sottilmente. Tritare la cipolla e farla appassire dolcemente con un filo d'olio in un'ampia padella. Aggiungere il radicchio, lasciar insaporire, sfumare con il vino e proseguire la cottura per una decina di minuti, aggiungendo eventualmente un mestolino d'acqua. Salare e pepare.
Riprendere l'impasto e stenderlo sottile con il matterello.
Di seguito le indicazioni di Sabrina per stendere la pasta:

Impugnare il matterello tenendo le mani vicine e facendo pressione con il pollice e il palmo appena sotto. Partire dal cento e ruotare spesso la sfoglia. Man mano che cresce, ruotare la sfoglia arrotolandola sul matterello. I fianchi devo ondeggiare. Per farla tonda, far scorrere le mani su e giù per il matterello.




Una volta stesa, lasciare la sfoglia ad asciugare e nel frattempo preparare la besciamella. Mettere il latte in un pentolino e portare ad ebollizione. In un altro pentolino preparare il roux: far fondere il burro ed incorporarvi la farina mescolando energicamente per evitare la formazione di grumi. Quando il latte bolle aggiungerlo gradualmente al roux e mescolare con una frusta. Lasciar addensare la salsa sul fuoco mescolando in continuazione per un paio di minuti. Una volta pronta salare la besciamella ed insaporirla con una grattata di noce moscata.
A questo punto procedere con la composizione della lasagna.
Mettere a bollire abbondante acqua salata e preparare una ciotola di acqua ghiacciata e uno scolapasta. Tagliare la sfoglia in grandi rettangoli e buttarne un paio per volta nell'acqua bollente; quando l'acqua riprende il bollore, scolarli con l'aiuto di una schiumarola, raffreddarli nell'acqua gelida e metterli a scolare bene stesi nello scolapasta. Procedere in questo modo fino a cuocere tutti i rettangoli.



In una teglia da forno versare un mestolo di besciamella e “sporcare” il fondo.
Man mano che le lasagne si sono scolate bene dall'acqua stenderle nella teglia a strati, alternandole con uno strato di besciamella, uno di radicchio, il prosciutto a striscioline, qualche dadino di toma ed una spolverata di parmigiano grattugiato al momento fino a riempire lo stampo.
Cuocere le lasagne in forno preriscaldato a 180° per 20-30 minuti.
Spegnere il forno e lasciarle riposare qualche minuto prima di servirle.

* Con queste dosi ho avanzato un po' di pasta, da cui ho ricavato una porzione abbondante di maltagliati. 

Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge n. 42










venerdì 17 ottobre 2014

Scones ai mirtilli rossi




In previsione del weekend, quando il tempo da dedicare alla colazione si dilata piacevolmente e la voglia di concedersi qualcosa di diverso dal solito fa capolino, vi lascio la ricetta degli scones. 
Era da un po' che desideravo provare questi paninetti tipicamente british, soffici ma compatti, poco dolci e fatti apposta per accogliere un velo di burro e una generosa dose di marmellata. Tra le tante versioni ho optato per quella più "basica", che non prevede uova, calibrando gli ingredienti in base ai miei gusti e procedendo un po' a occhio; inoltre ho deciso di arricchire l'impasto con i mirtilli rossi essiccati ed una grattata di scorza d'arancia, che a piacere possono essere sostituiti da uvetta, frutta secca o fresca a pezzetti o ciò che vi suggerisce la fantasia.
Il vantaggio di questi dolcetti è che sono semplicissimi e molto rapidi da preparare, tanto che potete impastarli e sfornarli la mattina stessa, poco prima di mettervi a tavola, perché non prevedono un'attesa per la lievitazione: praticamente sono pronti nel tempo che il forno impiega a raggiungere la temperatura!
Mi sento però di fare una precisazione: se è vero che mangiati tiepidi sono deliziosi, di contro tendono a perdere velocemente la loro fragranza. Vi consiglio quindi di non prepararli con largo anticipo rispetto al momento in cui volete consumarli, o eventualmente di riscaldarli leggermente in forno o sul tostapane.

Infine, un suggerimento per gustarli al meglio.
In genere gli inglesi servono questi deliziosi dolcetti per il cream tea o per il brunch, ed oltre al classico accompagnamento con burro e marmellata, spesso li propongono con la clotted cream, una sorta di panna molto densa e cremosa. Il processo per ottenerla in casa è piuttosto lungo e consiste nel riscaldare a bassissima temperatura la panna non pastorizzata fino a quando la parte più grassa emerge per affioramento (date un'occhiata a questo sito). 
Senza la pretesa di eguagliare l'originale, una buona approssimazione può essere raggiunta mescolando insieme due parti di mascarpone ed una parte di panna fresca, eventualmente leggermente zuccherata, con qualche goccia di limone fino ad ottenere una crema soda e setosa da spalmare sugli scones ancora tiepidi al posto del burro.



Scones ai mirtilli rossi

Ingredienti per una dozzina di scones:

250 g di farina 00
60 g di burro freddo
25 g di zucchero
140 ml di latte 
12 g di lievito per dolci
70 g di mirtilli rossi essiccati (cranberries)
un pizzico di sale
scorza d'arancia grattugiata a piacere


In una capiente ciotola mescolare la farina con il lievito, lo zucchero ed il sale, aggiungere il burro freddo a pezzetti e lavorare con la punta delle dita fino ad ottenere delle briciole abbastanza fini. Unire i cranberries, la scorza d'arancia ed il latte e lavorare brevemente l'impasto fino a quando è compatto.
Infarinare il piano di lavoro e stendere l'impasto ad un spessore di circa 2,5 cm. Con un coppapasta o un bicchierino del diametro di 5 cm ricavare dei dischetti. Trasferire gli scones su una teglia rivestita di carta forno, spennellarli leggermente con un po' di latte (facendo attenzione a non farlo colare sui lati) e cuocerli a 180°C per circa 15-20 minuti.
Servire tiepidi, spalmati di burro (o clotted cream) e marmellata di fragole.




martedì 14 ottobre 2014

Peperoni ripieni di caprino con basmati alle mandorle e uvetta



L'ultima volta che sono stata a trovare i miei, mia mamma era alle prese con il suo orticello, che lei cura con molta passione. 
Dopo un'estate anomala come quella appena trascorsa, prodiga di piogge ma assai avara di sole, e dunque di frutti, è stata una sorpresa scoprire che l'inizio dell'autunno, finora insolitamente mite, ci ha regalato un raccolto tardivo più ricco del solito. Dal giro di ricognizione domenicale è infatti uscito fuori un bel cesto di vimini colmo di melanzane, peperoni, fagiolini e ancora qualche pomodorino dolce e maturo al punto giusto.
Potrei restare per ore ad ammirare la bellezza della verdura appena colta, con le sue sfumature di colore, le goccioline d'acqua immobili sulle bucce lucenti e le tracce di terra fresca o di piccoli insetti golosi. Per lo stesso motivo amo immergermi nei mercati tra le bancarelle dei fruttivendoli, inebriata dalla varietà straordinaria di colori, forme e profumi.
Così, una volta tornata a casa con la mia piccola scorta ed estratti dal sacchetto dei bellissimi peperoni rossi, ho deciso che valeva la pena spendere qualche minuto in più e cercare di valorizzarli al meglio. Così è nata questa ricetta, che rende omaggio alla semplice ma straordinaria bontà della verdura coltivata con amore.



Peperoni ripieni di caprino con basmati alle mandorle e uvetta

Ingredienti per 2 persone:

6 peperoncini rossi (i miei erano poco più grandi dei friggitelli)
150 g di caprino fresco
1 tuorlo
1 cucchiaio di prezzemolo 
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

120 g di riso basmati
240 g di acqua bollente
uno spicchio di cipolla rossa
30 g di uva passa
20 g di mandorle a lamelle
olio extravergine d'oliva
prezzemolo
sale

Lavare i peperoni senza privarli del picciolo, praticarvi un taglio in senso verticale ed eliminare i semi e gli eventuali filamenti interni aiutandosi con le dita e sotto un getto d'acqua, cercando di mantenerli il più possibile integri.
Lavorare il caprino con il tuorlo, il prezzemolo, una presa di sale ed una macinata di pepe; riempire delicatamente i peperoni con il composto senza farlo fuoriuscire.
Scaldare un filo d'olio in una padella e cuocere i peperoni a fuoco vivo per qualche minuto, girandoli spesso. Salare, coprire e continuare la cottura a fuoco basso per 10-15 minuti, o fino a quando saranno cotti ma ancora leggermente croccanti (se necessario aggiungere un po' d'acqua per non farli bruciare).
Nel frattempo cuocere il riso. In un tegame a bordi alti scaldare un filo d'olio e farvi appassire la cipolla tritata; aggiungere il riso e farlo insaporire qualche istante, quindi coprire con l'acqua bollente, salare e cuocere coperto per 10-12 minuti circa. A fine cottura aggiungere ancora un filo d'olio, l'uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida e strizzata, il prezzemolo e le mandorle leggermente tostate in un padellino. Lasciar riposare coperto un minuto, in modo da amalgamare gli aromi, e quindi servire in accompagnamento ai peperoni.






venerdì 10 ottobre 2014

Pane dolce al cardamomo



Con l'arrivo dell'autunno è un piacere accendere più spesso il forno per preparare qualcosa di buono, che sia una torta, dei biscotti o un pane dolce e leggermente speziato perfetto per la prima colazione o per accompagnare una tazza di té.
Avevo notato la ricetta di questa treccia su D di Repubblica di qualche settimana fa, ma poi mi ero dimenticata di conservarne la pagina. A farmela tornare in mente ci ha pensato l'amica Giovanna pochi giorni fa, quando tra una chiacchiera e l'altra mi ha parlato di questo pane che aveva incuriosito anche lei e mi ha passato la ricetta.
Come mio solito, però, non mi sono trattenuta dall'apportare qualche modifica in corso d'opera, a partire dal quantitativo di lievito consigliato, secondo me davvero esorbitante. Insomma, aggiungi quà, diminuisci là, della ricetta originaria rimane soprattutto lo spunto. 
Il cardamomo è senza dubbio l'elemento caratterizzante, che regala a questo pane una nota aromatica discreta ma persistente, trasportando il pensiero alle atmosfere del nord.

Prima di passare alla ricetta, vorrei ringraziare Chiara per aver ospitato il mio blog all'interno della sua rubrica "Blogs got talent" nella puntata di mercoledì, e tutte le persone che sono passate di qui e mi hanno lasciato un commento. Grazie!



Pane dolce al cardamomo

Ingredienti per una grossa treccia (o due trecce medie):

500 g di farina 00
250 ml di latte intero
100 g di burro
1 cucchiaino di cadamomo finemente pestato
1 cucchiaino di cannella in polvere
75 di zucchero di canna
15 g di lievito di birra fresco (o 5 g di lievito liofilizzato)
70 g di uvetta
20 g di mandorle a lamelle
8 g di sale

1 tuorlo
2 cucchiai di latte


Scaldare leggermente il latte con un cucchiaino di zucchero; aggiungervi le spezie ed il burro a pezzetti ed aspettare che si sciolga completamente. Quando il composto è intiepidito (30° circa) sbriciolarvi il lievito e lasciar riposare una decina di minuti, fino a quando sulla superficie si noterà la caratteristica schiumetta.
In una capiente terrina mescolare la farina setacciata, il sale e lo zucchero. Incorporarvi poco alla volta il composto di lievito ed iniziare ad impastare, dapprima con l'aiuto di una forchetta e poi con le mani. Unire a questo punto anche l'uvetta ammollata in poca acqua tiepida e ben strizzata, trasferire l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e lavorarlo fino ad ottenere una palla morbida e compatta. Riporla nella terrina, coprire con pellicola trasparente o con un canovaccio pulito e lasciar lievitare fino al raddoppio in luogo tiepido (2 ore e mezza-3).
Riprendere l'impasto, lavorarlo brevemente e dividerlo in tre pezzi; formare dei lunghi cilindri ed intrecciarli. Spennellare la treccia con il tuorlo sbattuto con 2 cucchiai di latte, cospargerla con le mandorle e lasciarla lievitare un'ora-un'ora e mezza circa. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.
Accompagnare a piacere con yogurt mescolato a crème fraiche e cannella.



martedì 7 ottobre 2014

Nostalgia dell'Andalusia e un orzotto per salutare l'autunno



Dopo un'assenza più prolungata del solito, ritorno finalmente a fare capolino qui e a riprendere pian piano le fila del quotidiano. 
E' ormai una settimana che sono tornata dalle mie vacanze, ma solo oggi trovo il tempo e la giusta disposizione d'animo per dedicarmi a questo piccolo spazio virtuale.
E' stato un viaggio bellissimo alla scoperta dell'Andalusia, ed ho ancora gli occhi e la mente pieni di tutte le meraviglie che abbiamo avuto la fortuna di visitare. Cadice con le sue case bianche e le vie tortuose, El Puerto de Santa Maria e lo sherry, e poi Granada e l'Alhambra, da tempo nella mia personale lista delle cose da vedere almeno una volta nella vita, che mi ha letteralmente lasciata senza parole; e ancora l'impressionante distesa di colonne della Mezquita di Cordoba, la vitalità di Siviglia ed il ritmo trascinante del flamenco.
Ovviamente mi sono dedicata con piacere anche alla scoperta della cucina locale: salmorejo, patanegra de bellota, garbanzos con espinacas, tortillas e gli immancabili churros con chocolate della domenica mattina... per fortuna le estenuanti camminate quotidiane hanno aiutato a smaltire il surplus di calorie!
Vi lascio con qualche foto del mio viaggio ed una ricetta perfetta per dare il benvenuto ai primi freschi autunnali, che però ammicca ancora all'estate grazie alla freschezza dei suoi ingredienti. La ricetta proviene da Jerusalem di Y. Ottolenghi e S. Tamimi, di cui avevo già parlato qui, e come la precedente non delude: un piatto semplice ma perfettamente equilibrato, in cui ogni ingrediente apporta il suo contributo con discrezione, dando vita ad un insieme armonioso e sorprendente di sapori. 












Orzotto al pomodoro con feta marinata

Ingredienti per 4 persone:

200 g di orzo perlato
30 g di burro
90 ml di olio extravergine d'oliva
2 piccoli gambi di sedano, tagliati a dadini di 5 mm
2 piccoli scalogni, tagliati a dadini di 5 mm
4 spicchi d'aglio, tagliati a dadini di 2 mm (io ho usato 3 spicchi interi, che ho tolto a fine cottura)
mezzo cucchiaino di paprika affumicata
4 rametti di timo
1 foglia d'alloro
4 strisce di scorza di limone
la punta di un cucchiaino di peperoncino tritato
400 g di pelati a pezzettoni
700 ml di brodo vegetale
300 ml di passata di pomodoro
1 cucchiaio di semi di cumino
300 g di feta ridotta a cubetti di circa 2 cm
origano fresco
sale




Sciacquare l'orzo in acqua fredda e lasciarlo scolare.
Sciogliere il burro e due cucchiai d'olio in una padella capiente e soffriggere a fuoco basso i dadini di sedano, scalogno e aglio per circa 5 minuti o finché sono morbidi. Aggiungere l'orzo, il timo, la paprika, l'alloro, la scorza di limone, il peperoncino, i pelati, il brodo, la passata e mezzo cucchiaio di sale. Mescolare e portate a bollore, quindi ridurre la fiamma al minimo e cuocere per 45 minuti, mescolando spesso per evitare che l'orzo si attacchi al fondo della padella. Trascorso questo tempo, l'orzo dovrebbe essere tenero e quasi tutto il liquido assorbito.
Nel frattempo tostare i semi di cumino in un padellino antiaderente per accentuarne l'aroma. Trasferirli in un mortaio e pestarli leggermente, lasciandone qualcuno intero. Condire la feta a cubetti con l'olio restante, aggiungervi i semi di cumino e mescolare delicatamente
Quando l'orzotto è pronto regolare di sale (consiglio di tenersi scarsi, visto che la feta è molto sapida), suddividerlo in quattro fondine individuali e completare con la feta marinata con il suo olio e qualche fogliolina di origano fresco.




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