mercoledì 24 febbraio 2016

Brioche bulgara al miele e fiori d’arancio


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Credevo che questa volta avrei saltato, per via del poco tempo a disposizione e di altri pensieri che tengono la mia mente occupata, ed è per questa ragione che arrivo proprio in corner a partecipare all’appuntamento mensile con l’MTChallenge
Il tema della sfida lanciato da Eleonora e Michael è più che mai stimolante e ricco di sfaccettature: il miele nelle sue declinazioni dolci e salate.
A casa nostra il miele è una presenza costante, soprattutto come alternativa per dolcificare le bevande e come ingrediente di supporto nei lievitati, ma devo ammettere che raramente lo utilizzo come elemento caratterizzante di un piatto. In linea di massima preferisco le varietà scure, molto aromatiche e tendenzialmente amarognole, come castagno od erica, ma capita spesso che la curiosità mi spinga a provare altre tipologie. Nella ricetta che propongo, ad esempio, ho utilizzato il miele di coriandolo, nel quale non mi ero mai imbattuta prima e di cui ignoravo addirittura l’esistenza. Produzione recente e circoscritta, in quanto il coriandrum sativum ha cominciato ad essere coltivato in territorio italiano da pochissimi anni, questo miele presenta colore chiaro e dorato, profumo delicato e sapore dolce, con un leggero retrogusto speziato, vagamente balsamico e floreale.
Per le ragioni sopra citate, il mio contributo è quantomai modesto. Da tempo desideravo provare la brioche bulgara, una scenografica corona di boccioli adocchiata la prima volta sul blog di Cinzia, ed ho pensato di sfruttare l’occasione per proporne una versione aromatizzata al miele ed acqua di fiori d’arancio. 
Le ricette che si trovano sul web sono tutte molto simili; io ho deciso di modificare ingredienti, procedimento e proporzioni in base al risultato che volevo ottenere, ovvero una brioche soffice, non troppo dolce né burrosa e con una discreta conservabilità.

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Brioche bulgara al miele di coriandolo e fiori d’arancio

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22-24 cm:

Per il lievitino:
80 g di farina 0
80 g di acqua tiepida
7 g di lievito di birra

Per l’impasto:
350 g di farina 0
1 uovo intero + 1 tuorlo
90 ml di latte fresco intero
50 g di miele di coriandolo (in alternativa arancio, acacia o millefiori)
30 g di burro salato
2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio
4 g di sale

Per la farcitura:
50 g di burro morbido
30 g di miele di coriandolo

Per completare:
1 albume leggermente sbattuto
semi di sesamo biondo

Preparare il lievitino mescolando il lievito con l’acqua e la farina fino ad ottenere una pastella consistente e priva di grumi. Lasciar riposare per circa 40 minuti: il composto dovrà risultare gonfio e coperto di piccole bolle. Nel frattempo, riscaldare il latte e sciogliervi il miele; lasciare intiepidire (la temperatura non dovrà superare i 30°). 
Trascorso il tempo di riposo, rovesciare il lievitino nella ciotola della planetaria insieme a due cucchiai di farina, ed avviare la macchina con il gancio a foglia, a bassa velocità. Aggiungere il tuorlo, far amalgamare e ad assorbimento aggiungere altri due cucchiai di farina. Unire l'uovo  e l’acqua di fiori d’arancio. Infine alternare il latte tiepido e la farina. Aggiungere il sale e fare incordare l’impasto, aumentando gradatamente la velocità. Montare il gancio ad uncino ed aggiungere il burro morbido a pezzetti, senza unire il successivo fino a quando il precedente non sia stato completamente assorbito. Lavorare a media velocità per qualche minuto, fino a quando l’impasto risulterà liscio e lucido. 
Trasferire l’impasto in una ciotola leggermente unta, coprire con un foglio di pellicola e porre a lievitare in luogo tiepido ed al riparo dalle correnti d’aria sino al raddoppio (2-3 ore). Intanto lavorare a crema il burro morbido con il miele e tenere da parte.
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e rovesciarlo su una spianatoia leggermente infarinata. Dividerlo in quattro parti, quindi ricavare da ciascuna di esse quattro palline: in totale si dovranno ottenere sedici porzioni di pasta.
Stendere quattro palline fino ad ottenere dei dischi sottili del diametro di circa 20 cm, quindi spennellarli con il composto di miele e burro preparato e sovrapporli tra loro. Avvolgere a rotolo e dividere il salsicciotto ottenuto in 5 parti, come mostrato nell’immagine. Procedere allo stesso modo con le restanti palline d’impasto.

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Disporre le roselline in uno stampo imburrato o rivestito di carta forno e lasciar lievitare coperto per circa 40 minuti o fino a quando l’impasto avrà raggiunto i bordi della teglia. Spennellare delicatamente la superficie con l’albume leggermente sbattuto e cospargerla di semi di sesamo. Cuocere in forno caldo a 180° per circa 30 minuti (se la superficie tendesse a scurire troppo, coprire con un foglio di alluminio). A cottura ultimata spennellare a piacere con altro miele, leggermente riscaldato.

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Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge n. 54, il miele, di Eleonora e Michael


venerdì 19 febbraio 2016

Curry verde thai di pollo


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Dopo strenua ricerca sono finalmente venuta in possesso della pasta di curry verde thai. Da tempo, infatti, mi ero fissata sull’idea di preparare un tipico curry thailandese, ed ora che l’ho assaggiato credo che questa ricetta, passibile di infinite varianti, comparirà spesso sulla nostra tavola. 
Si tratta di un piatto unico dalla consistenza brodosa, composto da carne o pesce e verdure ed un intingolo a base di latte di cocco aromatizzato appunto con la pasta di curry verde, una miscela di erbe, spezie ed aromi ottenuta pestando i vari ingredienti in un mortaio. La pasta di curry verde thai si può acquistare nei negozi di alimenti etnici oppure può essere preparata in casa; tra gli ingredienti che la compongono vi sono peperoncini verdi freschi, coriandolo, cumino, galanga (una radice simile allo zenzero), foglie di kaffir lime, lemongrass, aglio e scalogno. 
In questo caso ho utilizzato il pollo e per le verdure di accompagnamento ho seguito l’estro del momento, sacrificando per una volta il principio della stagionalità alla voglia impellente di esotismo. Il bello, però, è che potrete personalizzare questo curry a vostro piacimento, variando gli ortaggi o utilizzando manzo o gamberi, ad esempio. Se siete vegetariani potete omettere gli ingredienti di origine animale ed otterrete comunque un risultato delizioso, speziato, aromatico ed avvolgente. L’unica raccomandazione è quella di rispettare l’equilibrio complessivo del piatto, dato dall’armonia tra dolce, salato, aspro e piccante (non fatevi spaventare dalla presenza dello zucchero: vi assicuro che è essenziale per bilanciare i vari sapori).

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Curry verde thai di pollo – Thai green chicken curry

Ingredienti per 4 persone:

500 g di petto di pollo, a cubetti
400 ml di latte di cocco
250 ml di brodo di pollo o di verdure fatto in casa
2 cucchiai di pasta di curry verde thai
5 foglie di kaffir lime 
2 cipollotti
1 stelo di lemongrass
1 peperoncino rosso fresco
200 g di broccoli, divisi in cimette
100 g di edamame 
80 g di piselli
1 pugno di fagiolini verdi o taccole
2 cucchiai di salsa di pesce thai (o salsa di soia)
2 cucchiai rasi di zucchero di canna
1 mazzetto di coriandolo fresco, lavato ed asciugato
olio di semi (o extravergine d’oliva)
2 lime
riso basmati o jasmine per accompagnare

Sbollentare separatamente le cimette di broccolo, gli edamame, i fagiolini ed i piselli per circa 5 minuti. Raffreddare in acqua e ghiaccio e tenere da parte.
Scaldare un cucchiaio d’olio in un wok e rosolare i cubetti di pollo per circa 3 minuti a fuoco vivace, mescolando spesso. Unire i cipollotti a rondelle, lasciare insaporire, quindi trasferire il tutto in un piatto e tenere in caldo. Scaldare un altro cucchiaio d’olio nel wok e stemperarvi la pasta di curry verde. Lasciare insaporire per un minuto mescolando continuamente ed unire quindi il latte di cocco ed il brodo. Portare a leggera ebollizione. Aggiungere lo zucchero di canna, le foglie di kaffir lime, il lemongrass a pezzetti e la salsa di pesce e fare leggermente restringere la salsa. Unire quindi le verdure precedentemente sbollentate ed i cubetti di pollo e cuocere per 5-7 minuti. Se necessario, aggiustare la sapidità con altra salsa di pesce e completare con il succo di ½ lime. 
Distribuire il curry in ciotole individuali, guarnendo con le foglie di coriandolo tritate grossolanamente, il peperoncino a rondelle e spicchi di lime, che ciascun commensale spremerà a piacere sulla propria porzione. Accompagnare con riso basmati o jasmine.

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venerdì 12 febbraio 2016

Torta di semolino con cocco e marmellata di arance


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Ho assaggiato la mia prima torta di semolino quattro anni fa. All’epoca lavoravo in biblioteca e tutti i venerdì organizzavamo un ciclo di letture e presentazioni di libri accompagnate da un piccolo rinfresco a base di tè e pasticcini. Quel giorno la merenda era stata gentilmente offerta da un’associazione femminile che si occupa di integrazione sociale e culturale; una signora marocchina dal sorriso luminoso offriva ai presenti questa torta preparata da lei, umida eppur leggera, delicata, ricca di profumi, con un sentore di cocco appena accennato: un’autentica meraviglia. Avrei voluto chiederle la ricetta ma sono dovuta scappare di corsa alle mie mansioni e da allora mi è rimasta la curiosità di scoprire come l’avesse fatta. 
In seguito ho provato un paio di versioni di torte al semolino e cocco, ma entrambe si sono rivelate insoddisfacenti e molto distanti da quel ricordo e così ho deciso di gettare la spugna. A farmi cambiare idea, la ricetta scovata su uno dei miei libri preferiti, che sulla carta sembrava promettere bene. Il mio intuito – e la fiducia sempre ben riposta nella genialità di Yotam Ottolenghi – non mi ha tradita: la dolcezza di quel sorriso si è fatta strada come per incanto tra i miei pensieri, trasportandomi in oniriche atmosfere mediorientali.
Ho scelto di dimezzare le dosi, salvo pentirmene un istante dopo aver assaggiato la prima fetta, ancora tiepida: una sinfonia di sapori perfettamente calibrati tra loro, consistenza morbida e scioglievole al punto giusto grazie allo sciroppo aromatizzato ai fiori d’arancio e profumo da Mille e una notte. 
Se a ciò aggiungiamo che, escludendo la cottura, la preparazione di questa torta vi ruberà non più di dieci minuti di tempo, non avete scuse per non provarla. Non ultimo, il dolce non contiene burro né latte ed è perciò ideale anche per gli intolleranti ai latticini.
Allora, chi di voi la prepara questo weekend?

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Torta di semolino con cocco e marmellata di arance
(Ricetta tratta da Jerusalem, di S. Tamimi e Y. Ottolenghi)

Ingredienti per 2 stampi da plumcake da 500 g o 1 da 1 Kg [io ho dimezzato le dosi ed usato una teglia quadrata di 18 cm di lato]:

Per la torta:
180 g di semolino
90 g di farina
70 g di cocco disidratato
70 g di zucchero extrafine
4 uova medie
160 g di marmellata d’arance
240 ml di succo d’arancia fresco (circa 2 arance grandi)
la scorza grattugiata di un’arancia non trattata
180 ml di olio di girasole
2 cucchiai di mandorle macinate
2 cucchiaini di lievito in polvere
1 pizzico di sale
yogurt greco denso, per servire

Per lo sciroppo:
200 g di zucchero extrafine
140 ml di acqua
1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio + altro per lo yogurt, a piacere

Preriscaldare il forno a 170°. In una ciotola mescolare l’olio, il succo e la scorza d’arancia, la marmellata e le uova fino a sciogliere la marmellata. In un’altra ciotola mischiare tutti gli ingredienti secchi ed unirli a quelli umidi. Mescolare fino a quando il composto è ben amalgamato.
Ungere due stampi da plumcake da 500 g o uno unico da 1 Kg e rivestirli di carta forno. Suddividervi l’impasto ed infornare per circa 45-60 minuti o fino a quando inserendo uno stecchino al centro del dolce questo risulterà pulito e le torte assumeranno un colore bruno-arancio in superficie [Utilizzando un unico stampo i tempi di cottura si allungano di circa 20 minuti].
Quando le torte sono quasi cotte riunire in una piccola casseruola gli ingredienti per lo sciroppo e portare a bollore. Togliere dal fornello e spennellare le torte appena estratte del forno con lo sciroppo caldo. In questa fase è importante procedere lentamente, attendendo che lo sciroppo imbeva il dolce per 1 o 2 minuti prima di procedere. Utilizzare tutto lo sciroppo ed assicurarsi che sia assorbito interamente dalle torte.
Quando saranno intiepiditi, togliere i dolci dagli stampi e lasciarli raffreddare. Servire con yogurt greco aromatizzato a piacere con acqua di fiori d’arancio.

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lunedì 8 febbraio 2016

Gnocco fritto


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Lo gnocco fritto, che delizia! Da un’eternità aspettavo l’occasione per provare a prepararlo e finalmente ho colto la palla al balzo, approfittando del clima carnevalesco e della contemporanea decisione di sottopormi, una volta tanto, al “sacrificio” della frittura domestica.
Lo gnocco fritto o “il” gnocco fritto, secondo un solecismo invalso nelle zone tipiche di questo prodotto e ormai giustificato dalla prassi comune, altro non è che un semplice impasto lievitato e fritto – secondo la tradizione rigorosamente nello strutto –, in genere servito come antipasto o piatto unico, accompagnato da salumi e formaggi. 
Specialità diffusa in tutta l’Emilia, cambia nome a seconda della zona geografica: a Modena e Reggio Emilia gnocco fritto, a Bologna crescentina, a Parma torta fritta, a Ferrara pinzino o pincino e nel piacentino chisulén. Anche la ricetta dell’impasto subisce infinite variazioni in funzione della tradizione familiare e dell’area di provenienza: chi usa l’acqua, chi il latte, chi un insieme dei due, chi aggiunge la panna… il risultato, se fatto come si deve, è un fritto fragrante ed asciutto, insospettabilmente leggero al palato, perfetto per accogliere sottili fette di prosciutto, coppa, pancetta e culatello.
Finora l’avevo sempre mangiato nel suo luogo d’elezione, durante le nostre consuete gite primaverili per cantine, in cerca di vino sfuso. Dopo un pomeriggio di assaggi e degustazioni, la serata si concludeva immancabilmente con una tappa in un ristorante nel piacentino, che, a ragione, lo proponeva come sua specialità: un ricordo indimenticabile. Anche la versione casalinga mi ha comunque molto soddisfatta: sarà la fortuna del principiante o il fatto che nelle mie vene scorra anche un pochino di sangue emiliano, in ogni caso il primo esperimento è stato così convincente che lo condivido con piacere con voi.

gnocco-fritto-ricetta

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Gnocco fritto

Ingredienti per 6 persone:

500 g di farina 0
170 ml di latte fresco intero
100 ml circa di acqua frizzante
30 g di strutto
2 cucchiai di vino bianco secco
10 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero
12 g di sale
strutto o olio d’arachidi per friggere

Sciogliere il lievito nel latte intiepidito e lasciarlo riposare al riparo dalle correnti d’aria fino a quando sulla superficie si sarà formata una leggera schiumetta. 
Nel frattempo disporre a fontana la farina in un’ampia terrina ed unirvi al centro lo strutto, lo zucchero ed il vino bianco. Aggiungere quindi il miscuglio di latte e lievito e l’acqua frizzante poca alla volta (la dose è indicativa e può variare in funzione del tipo di farina e dell’umidità), cominciando ad amalgamare gli ingredienti con una forchetta. Unire quindi il sale, trasferire l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata ed impastare energicamente per almeno 10 minuti, sino ad ottenere un panetto morbido, liscio ed elastico. 
Trasferire l’impasto in una ciotola leggermente unta, coprire con un foglio di pellicola e lasciar lievitare in luogo tiepido fino a quando il volume sarà triplicato (circa 3 ore).
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e suddividerlo in due-tre parti. Stendere una porzione ad uno spessore di circa 4-5 mm (non più sottile, o lo gnocco non gonfierà durante la frittura) e con una rotella tagliapasta o un coltello affilato ricavarvi dei rombi. Procedere allo stesso modo con l’impasto restante, avendo cura di tenerlo coperto con un telo umido fino al momento della stesura, in modo che non si secchi a contatto con l’aria. Lasciar riposare i rombi per 5 minuti, quindi friggerli in abbondante olio (o strutto), pochi pezzi alla volta. Lasciar gonfiare e dorare i rombi da entrambi i lati, quindi scolarli su carta assorbente e servire caldi, accompagnati da salumi e formaggi.

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Con questa ricetta partecipo a Panissimo#38, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra, e Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata nel blog Un Condominio in cucina.



giovedì 4 febbraio 2016

Loukoumades – Frittelle greche al miele


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Ricordate quando, pochi giorni fa, vi dicevo che non amo friggere, che a casa mia non lo faccio quasi mai e che in genere il Carnevale da queste parti passa quasi inosservato? Bene, tanto per smentirmi oggi vi propongo un dolce fritto, perché le regole esistono anche per poter ammettere ogni tanto una golosa eccezione. 
La scelta di preparare i Loukoumades, in realtà, è stata casuale: stavo sfogliando la mia “Bibbia della cucina greca” alla ricerca di un’altra ricetta, quand’ecco che queste frittelle dorate e ricoperte di miele hanno attirato la mia attenzione. 
In genere nelle tipiche taverne greche si trova una varietà molto limitata di dessert e l’abitudine più diffusa è quella di concludere il pasto semplicemente con della frutta. La tradizione pasticcera, fortemente imperniata sull’uso di sciroppi, miele e spezie, si esprime al meglio nelle preparazioni casalinghe ed è riservata al momento del caffè o all’accoglienza di un ospite. Anche i Loukoumades rientrano in questa categoria: semplici palline di pasta fritta imbevute di miele e cosparse di cannella e frutta secca, tradiscono probabilmente una derivazione turca, ma infinite varianti di questo dolce sono ampiamente diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, nell’Asia meridionale ed in Medioriente.
Ciò che mi ha subito incuriosita è la povertà dell’impasto, niente più che semplice pasta lievitata, sostanzialmente neutra e per questo adattabile anche ad una versione salata. Ed è così che ho fatto: una parte delle frittelle, semplicemente cosparsa con un pizzico di sale, è diventata un goloso aperitivo. Se pensate di fare altrettanto, vi consiglio di raddoppiare le dosi!

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Loukoumades – Frittelle greche al miele
(Ricetta tratta da La cucina di Vefa, di Vefa Alexiadou)

Ingredienti per circa 40 loukoumades:

175 g di farina 00
120 ml di latte tiepido
120 ml di acqua tiepida
2 g di lievito di birra liofilizzato istantaneo (ho notevolmente ridotto il quantitativo originariamente previsto dalla ricetta)
1 cucchiaio di zucchero semolato
½ cucchiaino di sale
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
miele q.b., riscaldato a bagnomaria (perfetto quello di timo, in alternativa un tipo aromatico)
cannella in polvere
noci o pistacchi per decorare
olio d’arachidi per friggere

Setacciare la farina, aggiungervi il lievito e lo zucchero e mescolare gli ingredienti. Unire quindi l’olio, il latte, l’acqua ed infine il sale e lavorare l’impasto con una frusta a mano o elettrica fino ad ottenere un composto denso e liscio. Coprire con un foglio di pellicola e lasciar lievitare in luogo tiepido fino a quando il volume non è triplicato.
Scaldare abbondante olio in una padella per fritti e portarlo alla temperatura di 180°. Con un cucchiaio bagnato prelevare una noce di impasto e con l’aiuto di un secondo cucchiaio, anch’esso bagnato, farla scivolare delicatamente nell’olio bollente. Procedere allo stesso modo, bagnando i cucchiai tra un passaggio e l’altro in modo che l’impasto non si attacchi. 
Friggere alcuni bomboloncini per volta, tenendoli immersi nell’olio con una paletta forata finché non sono ben croccanti e dorati. Scolarli su carta assorbente per far perdere l’unto in eccesso, quindi trasferirli su un piatto di portata ed irrorarli con il miele caldo. Spolverizzarli di cannella e completare con i pistacchi o le noci grossolanamente tritati. Servire subito.

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lunedì 1 febbraio 2016

Donuts al forno




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Lo spirito carnascialesco non mi ha mai contagiata più di tanto, neppure da bambina. 
Certo, ricordo con un misto di orgoglio e tenerezza i costumi che la mia mamma cuciva su misura per me, le festicciole con gli amici ed il rito corale della preparazione delle bugie, ma in generale il Carnevale è sempre trascorso in sordina rispetto ad altre ricorrenze. Anzi, da quando non abito più con i miei non mi sono mai cimentata con i dolci classici di questa festa, complice un cucinino minuscolo ed una certa idiosincrasia per la frittura casalinga. 
Poi, qualche giorno fa, m’è presa un’inspiegabile voglia di ciambelle, di quelle soffici e leggere, che ti sporcano il naso di zucchero e profumano di scorza d’arancia e vaniglia. Nel pomeriggio ho preparato l’impasto, l’ho lasciato riposare e dopo cena abbiamo gustato i nostri donuts appena sfornati, belli caldi e fragranti. Io, per le ragioni di cui sopra, ho deciso di cuocerli al forno, e sono rimasta molto soddisfatta del risultato: morbidi, profumati e gustosi, perfetti anche senza frittura – anzi, per i miei gusti anche migliori.

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Donuts al forno – Ciambelle soffici al forno

Ingredienti per una quindicina di donuts:

250 g di farina 00
150 g di farina Manitoba
120 g di uova intere 
50 g di zucchero semolato
170 ml di latte fresco intero
80 g di burro morbido
12 g di lievito di birra fresco
scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato
scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
i semi di ½ bacca di vaniglia
6 g di sale

30 g di burro fuso e zucchero semolato q.b. per la finitura

Sciogliere il lievito nel latte leggermente intiepidito (max. 35°) e lasciar riposare a temperatura ambiente per una decina di minuti: sulla superficie si formerà una leggera schiumetta. 
Setacciare le farine nella ciotola della planetaria; unirvi lo zucchero, la scorza degli agrumi, la vaniglia ed il latte con il lievito. Unire quindi le due uova, leggermente sbattute, e cominciare ad impastare con il gancio a foglia a bassa velocità; aggiungere quindi il sale e lavorare l’impasto per circa 10 minuti o fino a quando risulterà liscio ed elastico. 
Montare il gancio ad uncino ed incorporare il burro morbido in più riprese, senza aggiungerne di nuovo fino a quando il precedente non sia stato assorbito. Portare ad incordatura.
Trasferire l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata, lavorarlo brevemente e dargli un giro di pieghe a tre (formare un rettangolo, dividerlo idealmente in tre parti e sovrapporle tra loro; ruotare quindi l’impasto di 90° e ripetere lo stesso procedimento). Trasferire l’impasto in una ciotola leggermente unta, con la parte della piega rivolta verso il basso, coprire con uno strofinaccio umido o un foglio di pellicola e lasciar lievitare in un luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria fino al raddoppio (circa 2 ore). 
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e stenderlo su un piano leggermente infarinato ad uno spessore di circa 1 cm. Con l’aiuto di un bicchiere o di un coppapasta di circa 8 cm di diametro ricavare dei cerchi, quindi con un coppapasta più piccolo, di circa 3cm, ricavare il buco centrale. Sistemare i donuts ben distanziati su due teglie rivestite di carta forno; coprire con pellicola e lasciar lievitare in un luogo tiepido per 40 minuti, o fino a quando il volume delle ciambelline non sia raddoppiato. 
Cuocere in forno caldo a 180° per circa 10 minuti o fino a quando i donuts non saranno leggermente dorati. Estrarre i donuts dal forno e spennellarli immediatamente con un velo di burro fuso, quindi tuffarli nello zucchero semolato e scuoterli delicatamente per eliminare quello in eccesso.

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Con questa ricetta partecipo a Panissimo#38, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra, e Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata nel blog Un Condominio in cucina.

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