martedì 26 aprile 2016

Insalata di asparagi e fragole


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Dopo un weekend lungo che per molti avrà fatto il paio con mangiate abbondanti più del solito, oggi vi propongo un piatto fresco e leggero ma pieno di sapore: un’insalata di asparagi e fragole dove s’incontrano due dei frutti più rappresentativi di questa stagione. 
Ormai questo accostamento, che sulle prime potrebbe sembrare azzardato, ha conquistato quasi la dignità di classico e la ragione è presto spiegata: il sapore minerale e vagamente amarognolo dell’asparago si sposa all’acidità ed alla dolcezza della fragola, dando vita ad un insieme armonico ed equilibrato.
Ho arricchito l’insalata con cubetti di primosale, ma per un risultato più saporito sarebbe perfetto anche un caprino o della feta; inoltre, per a un’ulteriore nota aromatica, ho utilizzato il limone confit, ormai una presenza fissa nel mio frigorifero, in grado di regalare una fragranza insolita e piacevolissima a molti piatti.

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Insalata di asparagi e fragole

Ingredienti per 2-4 persone (a seconda che lo si serva come piatto unico o antipasto):

400 g di asparagi
250 g di fragole
120 g di primosale (in alternativa, caprino a pasta morbida o feta, per un risultato più saporito)
1 manciata di insalatina a piacere (lattughino, valeriana, rucola…)
3-4 rapanelli
¼ di limone confit (QUI la ricetta per prepararli in casa)
olio extravergine
succo di limone
sale e pepe

Pulire gli asparagi, privandoli della parte più dura e legnosa e raschiando la parte terminale del gambo con un pelapatate. Lavarli in acqua corrente e tagliarli obliquamente (a becco di flauto), in pezzi di un paio di centimetri di lunghezza. Cuocerli al vapore per circa 5 minuti: dovranno rimanere croccanti.
Nel frattempo lavare le fragole, privarle delle foglie e ridurle a spicchietti; lavare i rapanelli ed affettarli sottilmente; mondare, lavare ed asciugare l’insalata. Sciacquare il limone confit sotto un getto d’acqua corrente e privarlo della polpa; ridurlo a piccoli dadini. Tagliare il primosale a cubetti.
Scolare gli asparagi, passarli per pochi istanti in acqua e ghiaccio per fermare la cottura e fissarne il colore.
Comporre quindi l’insalata assemblando i vari ingredienti. Condire con una citronette preparata emulsionando 2-3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, 1 cucchiaio circa di succo di limone, sale e pepe.

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venerdì 22 aprile 2016

Nidi di agretti con uova e salsa di capperi e acciughe


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Oggi vi propongo una ricetta semplicissima ma molto gustosa, nata in seguito ad una delle recenti visite alla contadina dalla quale mi rifornisco di verdura e frutta. Dopo aver acquistato, tra le altre cose, le uova delle sue galline ruspanti, mi cade l’occhio su un bel mazzo di agretti che decido immediatamente di non lasciarmi sfuggire e così inizia una piacevole conversazione con la signora, la quale si stupisce che li abbia riconosciuti e mi racconta che, essendo raro trovarli in commercio da queste parti (abito in una vallata montana), spesso vengono guardati dai suoi clienti con sospetto o scambiati per la più comune erba cipollina.
In effetti si tratta di una verdura molto diffusa nell’Italia centrale, ma assai meno a queste latitudini, ed è un vero peccato, dal momento che hanno un sapore ottimo, sono ricchi di sali minerali e possiedono proprietà depurative. La loro stagione è così breve che vale la pena approfittarne finché si trovano sui banchi del mercato.
Di ritorno a casa pensavo al modo di cucinarli senza snaturare il loro gusto fresco ed acidulo, ed è così che ho optato per dei nidi di agretti da accompagnare con le uova – che in realtà avrei voluto barzotte, ma che a causa di un momento di distrazione durante la cottura sono diventate sode. Se anche voi, come me, amate il tuorlo fondente, cuocetele 6 minuti esatti dall’ebollizione, non uno di più! 
Buon fine settimana!

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Nidi di agretti con uova e salsa di capperi e acciughe

Ingredienti per 4 persone:

1 mazzetto di agretti (il mio pesava circa 300 g)
4 uova (meglio se di galline ruspanti)
1 manciata di prezzemolo fresco
1 cucchiaio di capperi, dissalati
4-5 filetti di acciughe sott’olio
la scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato
olio extravergine d’oliva q.b.
crostini o dadini di focaccia, per accompagnare

Pulire gli agretti eliminando la radichetta e le parti terminali più dure, lavarli più volte in acqua corrente prestando attenzione ad eliminare ogni residuo di terra e cuocerli per 5 minuti in acqua bollente leggermente salata; raffreddarli in acqua e ghiaccio per mantenere il colore brillante e tenere da parte.
Preparare la salsa: lavare ed asciugare il prezzemolo e tritarlo con una mezzaluna insieme ai capperi dissalati e alle acciughe. Trasferire il trito in una ciotolina, aggiungervi la scorza di limone grattugiata e 4-5 cucchiai d’olio, sino ad ottenere una salsina abbastanza consistente.
Disporre le uova in una pentola, coprirle con acqua fredda e calcolare 6-8 minuti dal momento dell’ebollizione (a seconda che si preferisca il tuorlo più o meno rappreso). Raffreddarle sotto un getto d’acqua fredda e sgusciarle.
Comporre i nidi di agretti su un piatto di portata o nei piatti individuali, disporre al centro di ognuno un uovo diviso a metà e completare con la salsina preparata.
Accompagnare a piacere con crostini di pane o focaccia.

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martedì 19 aprile 2016

Burger di ceci e spinaci con salsa all’harissa



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Ricordo bene il primo hamburger della mia vita, assaggiato nell’arcinota catena di fast food alla tenera età di quattordici anni, insieme alle amiche del ginnasio: mi provocò un disgusto tale che da allora in poi, le rarissime volte in cui mi lasciavo convincere ad entrare in uno di quei luoghi che già all’epoca rifuggivo come la peste, ripiegavo sulle tristissime insalate del banco frigo.
Mai stata un’amante del junk food, a dire il vero, ma con l’hamburger sono riuscita a fare pace solo molti anni dopo. Da quando, poi, ho cominciato a prepararmelo da me, le cose hanno improvvisamente assunto una piega diversa. Certo, in questo caso la definizione di fast food risulta quanto mai impropria, ma la soddisfazione di aver fatto tutto con le proprie mani, utilizzando ingredienti genuini, è notevole.
Un paio di sere fa abbiamo festeggiato così, dopo un pomeriggio dedicato al bricolage casalingo: burger di ceci e spinaci, salsa all’harissa e qualche verdura croccante, strato su strato in un panino che a stento riusciva contenere cotanta abbondanza. La musica in sottofondo, una birra fresca, e anche una serata qualunque può diventare un po’ speciale.

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Quello che vi propongo è un piatto vegetariano, ma con alcuni piccoli accorgimenti può essere adattato anche ad una dieta vegana:

* I burgers di ceci e spinaci sono naturalmente privi di ingredienti di origine animale e possono quindi essere serviti come secondo vegano, accompagnandoli con un’insalata mista o altra verdura a piacere.
* Il latte vaccino utilizzato nell’impasto dei panini può tranquillamente essere sostituito con altro latte vegetale a scelta (riso, avena, soia…). Per la doratura, mescolare qualche cucchiaio di latte vegetale con un pizzico di curcuma e spennellare i panini con questa miscela prima di infornarli.
* Al posto della maionese classica presente nella salsa all’harissa è possibile utilizzare maionese vegana (realizzata montando con un frullatore il latte di soia con il doppio del suo peso di olio di semi, ed aromatizzando a piacere). Lo yogurt greco può essere sostituito da yogurt di soia, lasciato scolare un paio d’ore in un colino rivestito di garza in modo da renderlo più denso.

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Burgers di ceci e spinaci con salsa all’harissa

Ingredienti per 6 persone:

Per i burger buns:
200 g di farina tipo 0 di buona forza
150 g di farina tipo 2
220 ml circa di latte fresco intero
30 ml di olio extravergine d’oliva
4 g di lievito di birra fresco
15 g di zucchero semolato
7 g di malto (o miele)
7 g di sale fino

1 tuorlo + 2 cucchiai di latte per la doratura
semi di sesamo bianco e nero

Intiepidire il latte, sciogliervi il lievito con il malto e lasciare riposare per una decina di minuti. 
In una capiente terrina setacciare le farine, formare una fontana, versare il latte poco per volta e lasciarlo assorbire mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungere l’olio e lo zucchero. Cominciare a lavorare l’impasto ed aggiungere infine il sale. Impastare sulla spianatoia leggermente infarinata fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo; riporre nella terrina, coprire con della pellicola lasciare lievitare in un luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria fino al raddoppio (circa 2-3 ore).
Riprendere l'impasto, sgonfiarlo leggermente cercando di formare un rettangolo e procedere con un giro di pieghe del primo tipo: dividere idealmente il rettangolo in tre parti e sovrapporle tra loro; ruotare quindi l’impasto di 90° e ripetere lo stesso procedimento.
Far riposare così l'impasto, con la chiave (la parte della piega) rivolta verso il basso e coperto da un panno per circa mezz’ora. Formare poi i buns prelevando delle porzioni di pasta del peso di circa 80-100 g, poggiarli su una teglia coperta da carta da forno e con il palmo della mano schiacciarli leggermente. Far riposare coperti da pellicola per circa mezz’ora.
Accendere il forno a 180°. Rimuovere la pellicola e spennellare la superficie dei buns con il composto di tuorlo e latte sbattuti. Spolverizzare con i semi di sesamo e quando il forno raggiunge la temperatura infornare e cuocere fino a doratura (circa 15-20 minuti). Sfornare e lasciare raffreddare su una gratella.

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Per la salsa all’harissa:
150 g di yogurt greco
4 cucchiai di maionese fatta in casa
2 cucchiai di harissa
1 pizzico di zucchero
1 pizzico di sale

Mescolare tutti gli ingredienti e tenere al fresco fino al momento di servire


Per i burgers di ceci e spinaci:
250 g di ceci secchi
250 g di spinaci freschi
1 cipollotto
1 cucchiaino di curcuma in polvere
1/2 cucchiaino di cumino macinato
1 cucchiaino di coriandolo macinato
3 cucchiai di pangrattato
1 presa di sale
olio extravergine d’oliva
farina di mais q.b.

Mettere in ammollo i ceci in acqua fredda con almeno 24 ore di anticipo rispetto alla preparazione della ricetta.
Scolare i ceci, trasferirli in una pentola, coprire con acqua e cuocerli fino a quando risulteranno teneri (circa 2 ore – in pentola a pressione i tempi si dimezzano).
Nel frattempo lavare gli spinaci, cambiando più volte l’acqua, scolarli sommariamente e farli appassire per pochi minuti in padella, coperti. Lasciarli intiepidire, scolarli e strizzarli bene, quindi tritarli grossolanamente. Trasferirli in una terrina.
Una volta cotti, frullare i ceci insieme al cipollotto e alle spezie ed aggiungerli agli spinaci precedentemente preparati. Regolare di sale, aggiungere il pangrattato e mescolare bene.
Con le mani inumidite, ed eventualmente con l’aiuto di un coppapasta, formare 6 burgers con il composto e passarli delicatamente nella farina di mais.
Scaldare un giro d’olio in una padella antiaderente e cuocervi i burgers, circa 3-4 minuti per lato, a fuoco medio.


Per completare i burgers:
½ avocado maturo
6-8 rapanelli
foglie di spinacini freschi

Tagliare i panini a metà e tostarli per pochi istanti sulla piastra rovente. Spalmare uno strato di salsa all’harissa sulla metà inferiore del panino, adagiarvi un burger di ceci e spinaci appena cotto e terminare con i ravanelli a fettine, qualche foglia di spinacio, l’avocado affettato sottilmente e la calotta superiore del panino. 

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venerdì 15 aprile 2016

Pesto di ortica


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Chi, come me, ha avuto la fortuna di trascorrere l’infanzia in campagna, non potrà avere alcuna esitazione nel riconoscerla, memore di quel fastidioso bruciore che tante volte accompagnava il ritorno a casa dopo un pomeriggio di scorribande nei boschi, e che al pari delle altre piccole disavventure di ogni bambino lasciava il suo inequivocabile segno su braccia e gambe.
Ma al di là dei suoi effetti urticanti, l’ortica può vantare innumerevoli proprietà, sia in campo medicinale che per la preparazione di gustose pietanze: è ricca di ferro, calcio e potassio e costituisce una buona fonte di vitamine; inoltre svolge un’azione depurativa e disintossicante sull’organismo, facilitando l’eliminazione delle tossine.
L’ortica si trova ovunque con facilità, specie nei campi incolti e lungo i sentieri, prediligendo le zone umide ed ombrose. L’unica avvertenza è quella di raccoglierla in zone lontane dal traffico, poiché le sue foglie assorbono gli agenti inquinanti, e di utilizzare dei guanti spessi. La cottura ne distrugge i peli urticanti, rendendola quindi completamente innocua al tatto. 
Oggi vi propongo di utilizzarla per preparare un gustoso pesto, ottimo per condire la pasta ma anche come guarnizione per piccole tartine o in accompagnamento ad un pinzimonio.

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Pesto di ortica

Ingredienti per 4 persone (1 vasetto piccolo):

40 g di foglie d’ortica (solo le più piccole e tenere)
25 g di parmigiano grattugiato
3-4 foglie di aglio orsino (o mezzo spicchio d’aglio)
4 noci, spezzettate
la scorza grattugiata di ½ limone non trattato
olio extravergine d’oliva q.b.
1 pizzico di sale

500 g di orecchiette o altra pasta fresca

Sciacquare le ortiche in acqua corrente, eliminare il fusto e le foglie più grosse e conservare solo le foglioline apicali più tenere (ne serviranno circa 40 g). Sbollentarle per 20 secondi in abbondante acqua leggermente salata e raffreddarle rapidamente in acqua e ghiaccio. Strizzare bene. Conservare l’acqua di cottura, che servirà per cuocere la pasta e per allungare il pesto.
Riunire nel boccale del frullatore tutti gli ingredienti, aggiungere olio a filo ed un mestolino di acqua di cottura e frullare fino ad ottenere un pesto omogeneo, dal colore verde brillante.
Cuocere nel frattempo la pasta, scolarla al dente e condirla con il pesto preparato, allungando con poca acqua di cottura tenuta da parte.

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lunedì 11 aprile 2016

Biscotti al cardamomo, cioccolato bianco e pistacchi


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Era da un po’ che non mi dedicavo alla produzione di biscotti, perciò ho raccolto con piacere il guanto di sfida lanciato da Dani e Juri per questa puntata dell’MTChallenge: i biscotti a base di frolla, appunto.
Senza tante riflessioni, ho deciso di buttarmi sulla prima idea che mi è venuta in mente, semplicissima nella concezione ma molto piacevole al gusto, ovvero dei biscotti al cardamomo con cioccolato bianco e pistacchi. Tutto è cominciato dalla decisione di aromatizzare i biscotti con una spezia che uso frequentemente e che apprezzo per le sue note floreali e balsamiche, le quali si sposano bene sia col dolce che con il salato (ad esempio, avete mai provato ad abbinare il cardamomo con il caffè? Una vera rivelazione!). 
Il cardamomo, poi, specie se in unione con l’acqua di rose, che ho utilizzato per profumare la frolla, evoca all’istante i sentori esotici e soavi dei dolci mediorientali, che ho pensato di sottolineare con una croccante granella di pistacchi. Per chiudere il cerchio, il cioccolato bianco. 
E qui s’impone una confessione: in genere l’unica tipologia di cioccolato che contemplo è l’extrafondente, possibilmente ad altissima percentuale di cacao. Sin da bambina ho sempre snobbato il cioccolato al latte, per non parlare di quello bianco, che avrò assaggiato non più di un paio di volte nella mia vita e che mai ha trovato posto tra gli scaffali della mia dispensa. Il motivo è presto detto: del cioccolato mi piace l’intensità aromatica e la nota amara del cacao, che in questi casi abdicano invece ad una sensazione di dolcezza a mio avviso esasperata. 
Il sapore del cioccolato bianco, però, lo ricordavo bene, e non appena presa la decisione di utilizzare il cardamomo nei miei biscotti ho pensato che per una volta avrei potuto mettere da parte i miei sussiegosi snobismi e tentare un’accoppiata che sulla carta mi sembrava interessante e che nei fatti si è rivelata vincente.
Ho scelto di utilizzare la base della frolla classica di Leonardo di Carlo, apportando alcune variazioni: ho sostituito parte della farina con fecola di patate, per un risultato più fine e friabile; ho utilizzato burro semi-salato, omettendo quindi il sale nella frolla; ed infine ho ridotto leggermente il quantitativo di zucchero per scongiurare il pericolo di un biscotto stucchevole, vista la presenza del cioccolato bianco di decorazione. 

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Biscotti al cardamomo, cioccolato bianco e pistacchi
(Ricetta della frolla classica di Leonardo Di Carlo, tratta da Tradizione in evoluzione, qui parzialmente modificata)

Ingredienti per una cinquantina di biscotti:

180 g di farina debole (00 a scarso indice proteico, con W 130÷170)
70 g di fecola di patate
125 g di burro demi-sel (82% di materia grassa) alla temperatura di 10-14°C
110 g di zucchero a velo
42,5 g di uova intere (un uovo piccolo)
5 capsule di cardamomo verde
1 g di scorza d’arancia grattugiata
1 cucchiaino di acqua di rose

70 g di cioccolato bianco
40 g di pistacchi sgusciati

Aprire le capsule di cardamomo e ricavarne i semi; pestarli in un mortaio fino ad ottenere una polvere finissima. 
A mano o con la planetaria con la foglia, mescolare il burro con il cardamomo polverizzato. Unire lo zucchero, le uova e l’acqua di rose e lavorare il tutto fino a completo assorbimento. Unire infine le polveri precedentemente setacciate e lavorare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Disporre la pasta in un contenitore, coprire con pellicola e conservare in frigorifero per almeno 40 minuti prima dell’utilizzo.
Riprendere l’impasto e stenderlo su una spianatoia leggermente infarinata ad uno spessore di circa 4-5 mm. Con un coppapasta o uno stampino ricavare i biscotti e trasferirli su una o più placche rivestite di carta da forno. Trasferire in frigorifero per 20 minuti, in modo che in cottura i biscotti conservino la forma.
Cuocere in forno ventilato preriscaldato a 170° fino a leggera doratura (circa 10-12 minuti) e lasciare raffreddare completamente.
Una vola freddi, decorare i biscotti con il cioccolato bianco precedentemente fuso a bagnomaria ed i pistacchi grossolanamente tritati.

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Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge n. 56“I biscotti”, di Acqua e Menta











venerdì 8 aprile 2016

Tartufi di fave e pecorino


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Avevo acquistato le fave con il proposito di realizzare un’altra ricetta, decisamente più elaborata e complessa. Poi, un po’ per la mancanza di tempo, un po’ perché nelle ultime settimane sto cucinando davvero tanto – per un bel progetto nato proprio grazie al blog – e non avevo voglia di dedicarmi a preparazioni lunghe, ho pensato di sfruttarle per qualcosa di decisamente più easy
Mi è tornata in mente un’idea vista tempo fa su un vecchio numero di Sale&Pepe, che ho un po’ rimaneggiato e assemblato ad occhio, o per meglio dire “a palato”, vista la frequenza con cui il cucchiaino affondava nella ciotola mentre preparavo l’impasto. Si tratta di tartufi salati di fave e pecorino, aromatizzati con le foglioline fresche della maggiorana appena spuntata sul mio balcone (ma nell’originale era prevista la menta) e poi rivestiti da un candido manto di scagliette di pecorino o da una croccante granella di pistacchi (mia variante). Tolte le operazioni di pulizia e cottura delle fave, in pochissimi minuti avrete pronti degli sfiziosi bocconcini da servire con l’aperitivo. 
Buon week-end!

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Tartufi di fave e pecorino
(Da una ricetta di Sale&Pepe, liberamente modificata)

Ingredienti:

300 g di fave fresche, già sgranate
90 g di pecorino stagionato
1 cucchiaio di ricotta fresca di pecora
3-4 rametti di maggiorana
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
30 g di pistacchi sgusciati

Sbollentare le fave per un minuto, scolarle, raffreddarle in acqua e ghiaccio e privarle della pellicina. Cuocerle quindi al vapore per circa 5-6 minuti e lasciarle intiepidire.
Riunire in un potente mixer le fave cotte, 50 g di pecorino precedentemente grattugiato, la ricotta e le foglioline di maggiorana. Salare leggermente (il pecorino è già molto sapido), condire con un filo d’olio ed una macinata di pepe. Frullare gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo e sufficientemente sodo da poter essere lavorato con le mani. Riporre in frigorifero per almeno 30- 40 minuti.
Tritare i pistacchi fino ad ottenere una granella e grattugiare il pecorino rimasto (40 g) con una grattugia a fori grossi. Suddividere in due piattini separati.
Riprendere il composto di fave, prelevarne una noce e con le mani inumidite formare una pallina. Rotolarla nel pecorino oppure nella granella di pistacchi e disporla in un pirottino di carta. Procedere allo stesso modo fino ad esaurire il composto.
Servire i tartufi di fave e pecorino accompagnati da crostini, crackers o cubetti di focaccia.

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lunedì 4 aprile 2016

Cannoli siciliani per un compleanno da festeggiare


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Tutto è cominciato da un uovo, e  - nomen omen - non avrebbe potuto essere altrimenti.
Nel frattempo, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: 146 post, altrettante ricette ed un numero incalcolabile di ore passate tra i fornelli, a sbirciare dallo sportello del forno, ad attendere impasti che lievitano o torte che raffreddano, a sistemare improbabili e pericolanti set casalinghi, a cercare la luce giusta davanti alla finestra della cucina o un po’ d’ispirazione per raccontare dei miei esperimenti, a volte ben riusciti, altre meno, altre ancora mai approdati su queste pagine.
Oggi Ab Ovo compie due anni ed io festeggio stringendovi tutti in un grande abbraccio e dicendo grazie a ciascuno di voi per avermi accompagnata fin qui, con la speranza che la strada sia ancora lunga e ricca di emozioni.

orchidea

I cannoli siciliani non sono propriamente un dolce da compleanno, ma mi auguro li gradirete ugualmente quanto li ho apprezzati io. 
Dopo aver finalmente trovato la ricotta di pecora, che da queste parti è una vera rarità, ho deciso che era giunto il momento di lanciarmi nella produzione degli amatissimi cannoli.
Non amando i sapori eccessivamente dolci, ho trovato nelle proporzioni della crema di ricotta che seguono un buon compromesso tra la imperativa zuccherosità del cannolo (che in quanto siciliano, ha da essere dolce) e le preferenze del mio palato. A voi la libertà di aumentare la quantità di zucchero, utilizzare cioccolato fondente con una più bassa percentuale di cacao o arricchire i cannoli con agrumi canditi, ciliegine o granella di pistacchi.

cannoli-siciliani

cannoli-siciliani


cannoli-siciliani

Cannoli siciliani

Ingredienti per una ventina di cannoli:

Per le “scorcie”:
(Sono partita dalla ricetta di Adriano, che ho però modificato in corso d’opera come segue)

200 g di farina 00
1 cucchiaino di cacao amaro
1 cucchiaio raso di zucchero a velo
3 cucchiai di Marsala secco
1 cucchiaio di aceto
25 g di strutto fuso
1 uovo grande
1 pizzico di sale

Per la crema di ricotta:
750 g di ricotta di pecora
220 g di zucchero a velo (si può preparare in casa frullando finemente del comune zucchero semolato)
100 g di cioccolato extra-fondente (per me 80%)
scorza d’arancia o di cedro candita, ciliegine o pistacchi per decorare, a piacere
zucchero a velo q.b. per spolverare i cannoli

olio di arachidi o strutto, per friggere

Preparare innanzitutto la crema di ricotta, possibilmente con qualche ora di anticipo. Setacciare la ricotta e mescolarla con lo zucchero, lavorandola a lungo con un cucchiaio di legno. Riporla in frigorifero. 
Tritare il cioccolato e stacciarlo, in modo da eliminare i residui polverizzati che sporcherebbero la crema di ricotta, e trasferire anch’esso in frigorifero. Tenere da parte fino al momento della farcitura dei cannoli.
Preparare le cialde impastando tutti gli ingredienti fino ad ottenere una massa asciutta ed omogenea ed avvolgerla in un foglio di pellicola. Lasciare riposare a temperatura ambiente per circa un’ora.
Riprendere l’impasto e stenderlo con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia molto sottile (circa 1 mm.).
Coppare ad un diametro di circa 10 cm e dare un'ulteriore stesa ai dischetti ottenuti in un solo verso, per conferirvi una forma leggermente ovale.
Avvolgere i dischetti di pasta intorno ai cannelli, pennellare un'estremità con poco albume o acqua e chiudere i cannoli facendo pressione sul bordo. Tenere coperti con pellicola o con un panno umido fino alla cottura, per evitare che la pasta si secchi a contatto con l’aria. I ritagli non vanno reimpastati, ma inumiditi, sovrapposti e ristesi.
Friggere i cannoli in olio profondo (deve superare leggermente la metà del cannolo) a 170°, immergendoli dal lato della chiusura. Scolare i cannoli quando sono ben dorati e lasciarli scolare su carta da cucina per togliere l'unto in eccesso. Una volta intiepiditi, fare una leggera pressione sui cannelli e sfilare i gusci.
Al momento di servire, riprendere la crema di ricotta ed amalgamarvi il cioccolato lavorando il minimo indispensabile. Con una sac à poche o un cucchiaino farcire i cannoli, decorare a piacere con frutta candita o granella di pistacchi e spolverare di zucchero a velo.

cannoli-siciliani

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