mercoledì 30 luglio 2014

Latte di mandorla fatto in casa



La scorsa estate, quando temperature ben diverse da quelle attuali facevano desiderare cibi freschi e bevande dissetanti, avevo provato a fare in casa il latte di mandorla. Nonostante avessi usato mandorle “comuni” il risultato si era rivelato una piacevole sorpresa: una bibita rinfrescante dal sapore delicato ma avvolgente, ottima da consumare tal quale ma perfetta anche come base per dolci e gelati. 
Così, quando qualche settimana fa sono venuta in possesso di una discreta quantità di mandorle di Avola (ne ho parlato qui), mi è subito tornata la voglia di rifarlo per catturare tutto il sapore dei frutti, anche in previsione di un dolce che ormai da tempo ho voglia di provare e che spero di pubblicare a breve. 
Il metodo per prepararlo è molto semplice e non richiede attrezzature particolari, ma solo dei tempi di riposo tra una fase e l'altra. Vi consiglio inoltre di non buttare lo scarto che si ottiene (okara): può essere utilizzato in aggiunta all'impasto di pani, dolci e biscotti, come sostituto della farina o come  base per crocchette e polpettoni vegetariani.


Latte di mandorla fatto in casa

Ingredienti:

200 g di mandorle di ottima qualità, con la pellicina (per me di Avola)
3-4 mandorle amare (in alternativa si possono utilizzare le armelline, ovvero le “mandorle” contenute nei noccioli d'albicocca. In questo caso ne saranno necessarie 5 o 6)
1 l di acqua
1 pizzico di sale integrale
2 cucchiai di zucchero (o di più, a piacere)

Inoltre serviranno:

un frullatore
una garza a maglie fitte o un pezzo di cotone naturale o lino (è importante che il tessuto non contenga residui anche impercettibili di detersivi o ammorbidenti. Per questa ragione è consigliabile farlo bollire e poi asciugare in modo da eliminare qualunque traccia di profumo)
un pezzo di spago da cucina
una ciotola capiente
un imbuto

La sera precedente, o comunque con almeno mezza giornata d'anticipo, mettere in ammollo le mandorle in acqua fredda. Questa operazione consentirà di privarle della pelle senza bisogno di sbollentarle, in modo da conservare intatte le proprietà nutrizionali ed organolettiche dei frutti.
Trascorso il tempo di riposo scolare le mandorle e privarle della pellicina. Trasferirle nel boccale del frullatore insieme alle mandorle amare, ad un pizzico di sale e allo zucchero. Azionare l'apparecchio aggiungendo gradualmente circa 700 ml di acqua fino ad ottenere una sorta di crema dalla consistenza omogenea. Lasciar riposare per un'ora circa e poi filtrare il liquido in una ciotola con l'aiuto di una garza a maglie fitte o un pezzo di tela di cotone o lino. Chiudere la garza a mo' di fagottino e strizzarlo molto bene con le mani per estrarre tutto il liquido.
Riprendere la polpa rimasta nella garza e frullarla nuovamente con l'acqua restante (300 ml), lasciando poi riposare il tutto per un'altra ora. Filtrare ed unire il liquido a quello ottenuto in precedenza.
Formare un fagottino con la garza contenente la polpa tritata delle mandorle, chiuderlo con un pezzo di spago da cucina ed immergerlo nella ciotola con il latte di mandorle, lasciandolo in infusione per un paio d'ore. Strizzare bene il fagottino e quindi travasare il latte in una bottiglia di vetro.
Si conserva in frigo per circa 3 giorni. Prima di consumarlo agitare la bottiglia.







venerdì 25 luglio 2014

Insalata di cous cous speziato




I carboidrati sono decisamente la mia passione. 
Potrei tranquillamente vivere senza carne e salumi (e poco ci manca, a dire il vero), potrei fare addirittura a meno dei formaggi, ma se proprio mi volete fare un torto allora toglietemi la pasta. 
E se me ne volete fare un altro, ancora più grave, privatemi della verdura. Questi sono i due elementi che più mi appagano, ancora meglio se uniti in un unico piatto. 
Ho già avuto modo di dire altrove quanto la verdura, di qualunque genere e sotto ogni veste, sia protagonista nella mia cucina, e a maggior ragione lo è d'estate.
Grazie all'educazione alimentare che ho ricevuto e all'abitudine a consumare prodotti di qualità, spesso provenienti dall'orto della mia mamma, mi rendo conto che, anche senza farlo apposta, gran parte dei piatti che cucino e mangio ogni giorno sono vegetariani. Quando preparo una torta salata non mi viene mai in mente di aggiungerci dei cubetti di prosciutto o altri salumi; idem se cucino un primo, uno sformato, un gratin … semplicemente mi sembra che non sia necessario. E così, anche le insalate estive, di riso, pasta o altri cereali, seguono quasi sempre la stessa tendenza. Questa insalata di cous cous, ad esempio, è la prova che si può ottenere un piatto fresco e squisito unendo semplicemente cereali, legumi e verdure e vivacizzando il tutto con il tocco delle spezie.


Insalata di cous cous speziato

Ingredienti per 4-5 persone:

300 g di cous cous precotto
100 g di ceci secchi
una melanzana
una ventina di pomodorini
due cucchiai di pinoli
un cucchiaio di semi di coriandolo
2 cucchiaini colmi di curcuma
la punta di un coltello di cannella macinata
la punta di un coltello di peperoncino piccante
uno spicchio d'aglio
un mazzetto di coriandolo fresco o prezzemolo
olio extravergine d'oliva
zucchero
sale e pepe


Preparare i pomodorini confit. (Questa operazione può essere fatta in anticipo, anche il giorno precedente. In tal caso, una volta freddi, conservare i pomodorini in frigo in un contenitore a chiusura ermetica e riportarli a temperatura ambiente prima di aggiungerli al cous cous). Lavare ed asciugare i pomodorini, tagliarli a metà e disporli su una placca ricoperta di carta da forno con la parte del taglio rivolta verso l'alto. Cospargerli uniformemente con un pizzico di sale, uno di zucchero, qualche pezzetto d'aglio, una macinata di pepe e completare con un filo d'olio. Infornare a 120° per due ore circa. I pomodorini dovranno asciugarsi e caramellare leggermente.
Lasciare in ammollo i ceci per una notte, sciacquarli e trasferirli in una pentola capiente;  aggiungere abbondante acqua fredda e una foglia d'alloro e portare a bollore. Cuocere fino a quando i ceci risulteranno morbidi. Scolare e lasciare intiepidire.
Lavare ed asciugare la melanzana e ridurla a cubetti. Farli rosolare nel wok o in una padella capiente con qualche cucchiaio d'olio fino a doratura uniforme, quindi trasferirli su un foglio di carta assorbente per far perdere l'unto in eccesso. Salare e tenere da parte.
Far rinvenire il cous cous seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. In genere per 100 g di cous cous sono necessari circa 150 ml di acqua: in questo caso occorreranno quindi circa 450 ml d'acqua . Versare il cous cous in una ampia terrina resistente al calore; portare ad ebollizione l'acqua a cui si sarà aggiunta la curcuma e versarla sul cous cous; Il liquido dovrebbe superare di un paio di millimetri il livello del cous cous. Coprire e lasciar riposare 5-8 minuti, quindi sgranare il cous cous con una forchetta e salarlo.
Una volta intiepidito aggiungervi tutti gli ingredienti preparati: i pomodorini (senza l'aglio), i ceci ed i cubetti di melanzane. Insaporire quindi con la cannella, i semi di coriandolo macinati ed il peperoncino. Aggiustare di sale se necessario, condire con un filo d'olio e servire con del coriandolo o del prezzemolo tritato ed i pinoli leggermente tostati.




martedì 22 luglio 2014

Pull-apart bread – Pane a fisarmonica



L'archivio delle ricette che prima o poi vorrei provare cresce a dismisura di giorno in giorno, alimentato un po' dalle memorie di famiglia e dal patrimonio della tradizione, un po' dagli innumerevoli spunti che traggo dai miei blog preferiti, ed un po' dall'incessante lavorio della mia mente, sempre intenta a ragionare su possibili accostamenti di sapori e consistenze.
Capita così che un piatto che per qualche ragione mi ha colpita moltissimo possa finire relegato in fondo ad una lista che non fa che allungarsi, e che venga superato in ordine di priorità dalla nuova ispirazione del momento, dalla voglia di utilizzare un prodotto di stagione, o più semplicemente da qualcosa che nasce un po' per caso da quello che ho in frigo.
Così è capitato con il pull-apart bread, o, per dirla all'italiana, il pane a fisarmonica: un pane “smontabile” che ha furoreggiato sul web per qualche tempo, per poi venire soppiantato da nuove mode. L'idea è carina e si presta bene per un'occasione conviviale, visto che si tratta di un pane bello da vedere che può fungere da centrotavola, dal quale ognuno può sfogliare direttamente con le mani la propria fetta. In più ha il vantaggio di essere ampiamente personalizzabile e, a dispetto delle apparenze, è anche semplicissimo da preparare.



Come tutte le mode, è difficile stabilirne la paternità. Per la ricetta dell'impasto ho deciso di affidarmi a lei (ma non avendo l'impastatrice ho lavorato a mano), mentre per la farcitura sono andata “a braccio”: ho utilizzato dei dolcissimi pomodorini secchi di Pachino che i miei genitori mi hanno portato dalla loro vacanza in Sicilia, a cui ho sposato due ingredienti altrettanto mediterranei: la feta e l'origano. Si tratta solo di uno spunto, poi ognuno può seguire il proprio estro (io ad esempio voglio provarne presto una versione con le erbe aromatiche).



Pull-apart bread – Pane a fisarmonica

Ingredienti per uno stampo da plumcake della lunghezza di 25 cm:

375 g di farina 0 
250-280 ml di latte a temperatura ambiente
un pizzico di zucchero
5 g di malto in polvere  o di miele
10 g di lievito di birra fresco
7 g di sale
25 g di burro morbido

Per il condimento:

burro fuso o olio extravergine d'oliva q.b. per spennellare la superficie
un cucchiaio di concentrato di pomodoro
alcuni pomodorini secchi a pezzetti (per me degli ottimi e dolcissimi pomodorini di Pachino)
70 g circa di feta
origano secco


Versare in una ciotola il latte, sbriciolarci dentro il lievito, aggiungere il pizzico di zucchero, il malto o il miele, mescolare e lasciar riposare 5 minuti. 
Se si impasta a mano: in un'ampia terrina versare la farina ed aggiungere gradatamente il miscuglio di latte e lievito; iniziare ad impastare e quindi aggiungere il sale; quando l'impasto comincia ad essere ben amalgamato unire il burro morbido a tocchetti ed impastare ancora alcuni minuti, fino a quando si otterrà una palla liscia ed elastica. Trasferirla in una ciotola coperta da pellicola e far lievitare fino al raddoppio.
Se si usa la planetaria: mettere nella ciotola della planetaria la farina, avviare con la foglia ed aggiungere gradatamente il latte; quando l'impasto comincia a formarsi aggiungere il sale  continuando ad impastare, portare quasi ad incordatura, unire il burro, sostituire la foglia con l'uncino e finire d'incordare. L'impasto sarà pronto quando si staccherà dalle pareti e dal fondo della ciotola e risulterà liscio ed elastico. Una volta pronto trasferirlo sulla spianatoia, lavorarlo brevemente, formare una palla e metterla a lievitare in una ciotola coperta da pellicola fino al raddoppio.
Trascorso il tempo di riposo stendere l'impasto con il matterello in un quadrato di 30 cm di lato su un foglio di carta forno infarinata. Sciogliere il burro e spennellare la superficie dell'impasto, poi spalmarvi il concentrato di pomodoro e cospargere uniformemente con la feta sbriciolata e l'origano. 
Con un taglia pizza ricavare 6 strisce della stessa larghezza, sovrapporle lasciando la parte condita verso l'alto, tagliarle in 5 quadrati, sistemarli in verticale nello stampo da plumcake imburrato ed infarinato e lasciare raddoppiare di volume coperto con pellicola.
Infornare a 180° per circa 30-40 minuti.






venerdì 18 luglio 2014

Blinis al Parmigiano Reggiano con seirass, pomodorini confit e rucola



Come al solito arrivo sempre in ritardo. 
Da alcuni giorni continuavo a vedere in giro per il web ricette con il Parmigiano Reggiano come protagonista, una più bella ed originale dell'altra, grazie all'iniziativa promossa da Parmigiano Reggiano Chef. Il tema di quest'anno è il Cross Cooking: valorizzare la versatilità di questo vanto della gastronomia italiana utilizzandolo per interpretare in maniera creativa le tradizioni culinarie di altri paesi.
Tutto bellissimo, mi sono detta, e la cosa è finita lì. Ero convinta che il concorso fosse su invito e riservato alle blogger “professioniste”. 
Poi due giorni fa sono andata a curiosare sul sito ed ho scoperto che in realtà la competizione è aperta a tutti. Ohibò! Ma allora potrei proporre qualcosa anch'io! Ho fatto un attimo di mente locale e mi sono venute subito due idee: scartata la prima per irreperibilità degli ingredienti e scarsità di tempo (il concorso scade oggi) ho ripiegato sulla seconda: ovviamente qualcosa di mini e di adatto all'aperitivo!


I blinis sono delle focaccine soffici e spugnose tipiche della cucina russa preparate con un impasto lievitato e cotte velocemente in padella. Sembra che la forma circolare ed il colore dorato rimandino simbolicamente al sole che rinasce al termine dell'inverno e per questa ragione in genere vengono serviti in occasione della Pasqua ortodossa come cibo propiziatorio per festeggiare l'arrivo della primavera. Il modo più classico e conosciuto di consumarli è con panna acida (smetana) e pesce affumicato o caviale, ma sono un'ottima base per sbizzarrirsi con le più svariate farciture, sia dolci che salate.
Io ho deciso di dare un'interpretazione italiana a questi deliziosi bocconcini: ho arricchito l'impasto con il Parmigiano Reggiano e li ho guarniti in maniera semplice e fresca, pensando ai sapori e ai colori dell'estate. La sera prima, approfittando delle temperature più miti, ho preparato dei pomodorini confit. Siccome, a parte la cottura, la preparazione è davvero veloce, consiglio di farne un po' di più perché sono ottimi e molto versatili e si conservano qualche giorno in frigo: saranno perfetti per arricchire una pasta fredda, un'insalata di riso o delle bruschette.
Per rendere omaggio al Piemonte ho poi utilizzato il seirass, una ricotta locale ricavata dal siero ovino e vaccino, di sapore dolce e vellutato. La sua particolarità è la consistenza molto cremosa, data dall'aggiunta di una percentuale di panna alla fine della lavorazione. 
Infine ho completato il tutto con della rucola e qualche scaglia di parmigiano.


Blinis al Parmigiano Reggiano con seirass, pomodorini confit e rucola

Ingredienti per una ventina di blinis:

60 g di farina
20 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 uovo
120 g di yogurt bianco naturale
15 g di burro fuso
7 g di lievito istantaneo per torte salate (non vanigliato)
la punta di un cucchiaino di zucchero
un pizzico di sale

per guarnire:

una ventina di pomodorini
200 g di seirass o ricotta vaccina morbida
un mazzetto di rucola
scaglie di Parmigiano Reggiano
sale
zucchero
Olio extravergine d'oliva
pepe nero macinato fresco


Per i blinis 
Sgusciare l'uovo e separare l'albume dal tuorlo. Mescolare quest'ultimo con lo yogurt, un pizzico di sale e lo zucchero; aggiungere quindi il burro fuso intiepidito ed il parmigiano grattugiato. Setacciare la farina con il lievito ed unirla al composto. Lasciare riposare per 40 minuti circa a temperatura ambiente.
Trascorso il tempo di risposo montare a neve l'albume con un pizzico di sale ed aggiungerlo delicatamente al composto.
Scaldare bene una padella antiaderente dal fondo spesso ed ungerla leggermente di olio. Distribuirvi la pastella a cucchiaiate distanziando i blinis fra loro per non farli attaccare e cuocendone pochi alla volta. Dopo qualche istante sulla superficie inizieranno a formarsi delle bollicine ed i blinis cominceranno a rassodarsi. Con l'aiuto di una spatola girarli delicatamente e lasciar dorare anche l'altro lato. Proseguire così fino ad esaurimento della pastella.

Per i pomodorini confit
Lavare ed asciugare i pomodorini, tagliarli a metà e disporli su una placca ricoperta di carta da forno con la parte del taglio rivolta verso l'alto. Cospargerli uniformemente con un pizzico di sale, uno di zucchero ed una macinata di pepe e completare con un filo d'olio. Infornare a 120° per due ore circa. I pomodorini dovranno asciugarsi e caramellare leggermente.

Per completare
Con l'aiuto di due cucchiaini distribuire una quenelle di seirass su ogni blini. Disporvi quindi i pomodorini confit, qualche foglia di rucola lavata ed asciugata e le scaglie di parmigiano. Completare con una macinata di pepe e servire.



Con questa ricetta partecipo al Cross Cooking di Parmigiano Reggiano Chef







mercoledì 16 luglio 2014

Mousse al caffè con spuma di mascarpone al profumo di cardamomo



Finalmente sembra che l'estate sia arrivata anche qui: ben due giorni consecutivi di bel tempo e la colonnina del termometro che comincia di nuovo a salire.
Mi adeguo anch'io alle temperature e oggi vi propongo un dolce al cucchiaio, fresco ma molto goloso, che si prepara quasi senza accendere i fornelli.
Si tratta di una piccola delizia, in cui ad ogni assaggio si scoprono consistenze diverse: prima la spuma vellutata al mascarpone, quindi la mousse al caffè, leggera e fragrante, e per finire la croccantezza dei cantucci imbevuti in un espresso aromatizzato al cardamomo.
E' un dolce elegante, ma veloce da realizzare, che stupirà tutti per l'equilibrio di sapori.



Mousse al caffè con spuma di mascarpone al profumo di cardamomo
(da Sale&pepe, 01/2011)

Ingredienti per 6 persone:  

4 tuorli
100 g di zucchero semolato
0.6 dl di caffè bollente
10 g di caffè liofilizzato
3 dl di panna fresca
6 cantucci
una bacca di cardamomo verde
200 g di mascarpone
un albume
110 g di zucchero a velo

Aprire la bacca di cardamomo, prelevarne i semini e pestarli in un mortaio. Unirli al caffè bollente, aggiungere 30 g di zucchero a velo, mescolare e lasciare raffreddare.
Spezzettare i cantucci, disporli sul fondo di sei bicchierini di vetro e bagnarli con il caffè aromatizzato.
Versare 0.6 dl di acqua in una casseruola, unire il caffè liofilizzato e lo zucchero e portare a ebollizione. Spegnere quando le bolle iniziano a diventare piccole.
A parte montare i tuorli con le fruste elettriche versando contemporaneamente a filo lo sciroppo al caffè. Continuare a montare per 5 minuti o finché il composto si è raffreddato.
Montare la panna con 40 g di zucchero a velo ed incorporarla al composto. Versare la mousse nei bicchierini e trasferirla in freezer per un paio d'ore. Intanto mescolare il mascarpone con 20 g di zucchero a velo e montare l'albume con quello rimasto. Amalgamare i due composti, versarli sulla mousse di caffè e servire.




venerdì 11 luglio 2014

Crostatine con crema frangipane e albicocche



Mentre qui in Piemonte si alternavano nuvole, pioggia e grandine, i miei genitori in vacanza in Sicilia si godevano, beati loro, sole splendente e mare cristallino. 
Sono tornati da una settimana abbronzatissimi e rilassati, recando doni e prelibatezze locali, tra cui un meraviglioso mosciame di tonno, la cui bontà si può capire solo se lo si è assaggiato. E siccome conoscono fin troppo bene la passione della figlia maggiore per il cibo e la cucina, una parte dei souvenirs gastronomici era a lei espressamente dedicata.
Così sono venuta in possesso, tra le altre cose, di un bel sacchetto di mandorle, provenienti nientepopodimeno che direttamente da Avola – e qui la smetto con gli aggettivi entusiastici perché sto diventando ridondante!
Fatto sta che ovviamente ho subito iniziato a pensare alle alternative possibili per utilizzarle al meglio. La prima idea è nata per caso da una certa quantità di albicocche acquistate domenica mattina ad un banchetto di contadini proprio sotto casa. 
Il connubio albicocche-mandorle è più che collaudato e ho già avuto modo di sperimentarlo in svariati modi, ma in questo caso ho subito pensato ad una crostata ripiena di crema frangipane con l'acidulo delle albicocche a fare da contrasto. Poi mi è venuto in mente un numero di Sale&pepe della scorsa estate di cui mi avevano colpita delle tortine con albicocche e marmellata di ribes. In particolare ricordavo che il classico guscio di frolla in quel caso veniva sostituito da un impasto alla ricotta, e la cosa mi era subito piaciuta: visto che il ripieno è molto ricco di suo, l'idea di alleggerire almeno l'involucro mi era sembrata ottima.Ho quindi recuperato la ricetta in questione e mi sono attenuta a quella per quanto riguarda l'impasto delle basi. Ho invece omesso la marmellata di ribes e per la crema ho utilizzato le proporzioni con cui mi trovo meglio.
Se non volete usare l'impasto alla ricotta, sostituitela con un equivalente dose di burro ed otterrete una frolla classica, indubbiamente più fragrante e corposa.
Il mio consiglio è di lasciare riposare le crostatine fino al giorno dopo: i sapori avranno così il tempo di amalgamarsi e risulteranno ancora più buone.


Crostatine con crema frangipane e albicocche

Ingredienti per 8 crostatine:

Per la base:
300 g di farina 00
130 g di ricotta fresca
2 uova
80 g di zucchero
un pizzico di sale

Per la crema frangipane:
100 g di mandorle
2 mandorle amare
100 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo
1 cucchiaino di fecola di patate

Per completare:
400 g circa di albicocche
20 g di mandorle a lamelle
zucchero a velo a piacere

Per prima cosa preparare la frolla alla ricotta. Setacciare la farina, formare una fontana ed unire al centro la ricotta, un pizzico di sale e lo zucchero. Lavorare gli ingredienti con la punta delle dita fino ad ottenere un composto a briciole. Unire quindi le uova ed impastare rapidamente fino ad ottenere un panetto omogeneo. Avvolgerlo in un foglio di pellicola e trasferirlo in frigo per almeno 30 minuti.
Mettere a bagno le lamelle di mandorle in acqua fredda.
Trascorso il tempo di riposo riprendere l'impasto dal frigo, stenderlo in una sfoglia sottile, rivestirvi 8 stampi da tartelletta del diametro di 10 cm e bucherellare il fondo con una forchetta.
Preparare la crema frangipane lavorando il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto cremoso. Tritare finemente le mandorle e le mandorle amare insieme alla fecola ed aggiungerle al composto di burro e zucchero. Sbattere leggermente l'uovo ed unirlo a filo ai restanti ingredienti fino ad ottenere una crema omogenea.
Lavare, asciugare e dividere a metà le albicocche private del nocciolo. Distribuire la crema frangipane sulle basi di tartelletta, affondarvi leggermente le mezze albicocche e completare con le mandorle a lamelle scolate e asciugate.
Trasferire in forno già caldo a 180° nella parte bassa e cuocere per circa 40 minuti. Una volta fredde spolverizzare a piacere con zucchero a velo.






martedì 8 luglio 2014

Polpette di melanzane e scamorza affumicata (cotte al forno)



Adorando ogni tipo di verdura, saluto con gioia l'arrivo dell'estate pensando ai buoni frutti che essa porta con sé. Pomodori, zucchini, melanzane, peperoni, fagiolini... un tripudio di colori e sapori che mi mette di buonumore e che stimola la mia fantasia. Le verdure sono infatti un ingrediente irrinunciabile nella mia cucina, e spesso intorno a loro può ruotare un intero menù.
Uno dei miei ortaggi preferiti è la melanzana, preparata in qualunque modo. Per i pasti di tutti i giorni in genere le faccio grigliate o in umido, ma possono diventare anche un ottimo piatto unico quando finiscono in una sontuosa parmigiana o in uno sformato. 
Un'altra versione in cui le amo molto è sotto forma di polpette. Ammetto che fritte danno il meglio di loro, ma siccome ho una certa idiosincrasia verso la frittura casalinga (causa spazi ultra-angusti e poca ventilazione) ho sperimentato la cottura in forno con risultati comunque soddisfacenti.
Così si prendono due piccioni con una fava: non si impuzzolenta la casa ed in più si ottiene un piatto decisamente più leggero.
Questa volta le ho leggermente impanate nella farina di mais e farcite con della scamorza affumicata. Siccome però sono un po' scemotta ho dimenticato di fare una foto alla polpetta appena addentata, con il suo bel ripieno filante. Perciò credetemi sulla fiducia e se vi va provatele!  


Polpette di melanzane e scamorza affumicata

Ingredienti:

2 melanzane medie
1 fetta di pane casereccio tagliata a cubetti piccoli e ammollata nel latte
1 uovo
3-4 cucchiai di parmigiano grattugiato
pangrattato q.b.
scamorza affumicata
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
menta fresca
sale e pepe
farina di mais o pangrattato per impanare

Tagliare la melanzana a tocchetti e farla rosolare in padella con un giro d'olio e lo spicchio d'aglio. Cuocere fino a quando è morbida, regolare di sale e pepe e far raffreddare.
In una ciotola unire le melanzane cotte al pane ammollato nel latte e ben strizzato; aggiungere l'uovo, il parmigiano, qualche fogliolina di menta spezzettata ed un paio di cucchiai di pangrattato, fino ad ottenere un impasto che si possa modellare con le mani.
Formare delle polpette ed inserire in ciascuna un pezzo di scamorza affumicata, avendo cura di rivestirla per bene onde evitare che il formaggio fuoriesca durante la cottura.
Passare le polpette nella farina di mais o nel pangrattato, trasferirle su una teglia rivestita di carta da forno e cospargerle con un filo d'olio.
Cuocere in forno caldo a 200° per circa 20 minuti, girando le polpette a metà cottura (i tempi di cottura variano in funzione della grandezza delle polpette).



venerdì 4 luglio 2014

Cookies (salati) ai fiocchi d'avena




Quando si avvicina il fine settimana mi piace preparare qualcosa di rapido e sfizioso da poter sgranocchiare nel weekend, per un aperitivo a due che si possa improvvisare senza troppa fatica.
In questo caso i biscottini salati sono la soluzione ideale: dai classicissimi sablés al parmigiano, passando per quelli a base di sfoglia, fino alle varianti aromatizzate con erbe e spezie, le possibilità sono pressoché infinite.
Trasformare in salato qualcosa che originariamente nasce come dolce è un giochetto che mi piace molto ed in genere non manca di strappare un sorriso stupito agli ignari destinatari degli esperimenti. Questa volta mi sono divertita con dei cookies salati ai fiocchi d'avena, che nell'aspetto assomigliano in tutto e per tutto a quelli dolci. L'inganno però verrà svelato ben prima dell'assaggio, perché una volta infornati questi biscotti sprigionano un profumino delizioso, che fa venire subito l'acquolina. Se poi ci aggiungiamo che il tempo di preparazione (cottura esclusa) sia aggira sui dieci minuti, mi sembrano la soluzione perfetta per un venerdì sera in compagnia.




Cookies salati ai fiocchi d'avena 
(Ricetta tratta e modificata dal libro di Clea, “Croquez salé”)

120 g di  farina,
80 g di fiocchi d'avena
50 g di parmigiano grattugiato 
30 g di grani di senape (per me un misto di semi di senape, lino, sesamo e zucca)
una presa abbondante di sale
2 uova
6 cucchiai di olio extravergine d'oliva
pepe q.b.

Mescolare tutti gli ingredienti secchi da una parte e tutti gli ingredienti umidi dall'altra ed amalgamare velocemente i due composti. Formare delle palline d'impasto (ne verranno circa una ventina) e trasferirle su una placca ricoperta di carta da forno; appiattire la superficie con le mani o il dorso di un cucchiaio leggermente bagnato e trasferire in forno caldo a 180° per 20 minuti circa o fino a doratura. Lasciare raffreddare completamente prima di servire.




martedì 1 luglio 2014

Trofie al pesto di rucola



Le trofie al pesto sono da sempre il mio piatto preferito, quello che non mi stancherei mai di mangiare e che spesso la mia mamma mi fa trovare per cena quando vado a trovarla d'estate, sapendo di farmi felice.
Mi piace passare le mani tra le foglie di basilico e poi affondarci il naso, cercando di imprigionare il suo aroma meraviglioso. E non manco mai di avere un assaggio in anteprima del pesto appena fatto, con la scusa di verificare che l'equilibrio degli ingredienti sia quello giusto...
Quest'anno, però, chissà perché, le piantine seminate sul balcone non ne vogliono sapere di crescere, ed anzi sembrano ormai più morte che vive. Il primo pesto della stagione ho allora deciso di prepararlo con la rucola, che si presta molto bene per questa preparazione. 
La salsa che si ottiene non è profumata come il classico pesto genovese, ma in compenso ha un sapore gradevolmente piccante, che a noi piace molto.
Le dosi sono puramente indicative; poi ognuno aumenta o diminuisce qua e là secondo il proprio gusto.



Trofie al pesto di rucola

Ingredienti per 4 persone:

500 g di trofie fresche
60 g di rucola
30 g di mandorle pelate
40 g di parmigiano reggiano 
¼ di spicchio d'aglio 
olio extravergine d'oliva q.b.
sale


Mondare e lavare la rucola, asciugarla e metterla in un frullatore; aggiungere le mandorle tagliate a coltello, il parmigiano grattugiato, l'aglio ed un pizzico di sale. Aggiungere olio ed iniziare a frullare, versando a mano a mano altro olio fino ad ottenere una salsa cremosa ed omogenea. Io in genere, per non abbondare troppo con l'olio, mi aiuto con un mestolino di acqua di cottura della pasta.
Lessare le trofie in abbondante acqua bollente salata, scolarle e condirle con il pesto, aggiungendo qualche cucchiaio d'acqua di cottura.




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