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martedì 30 marzo 2021

Wool roll bread al cioccolato - Brioche gomitolo di lana


Wool roll bread al cioccolato - Brioche gomitolo di lana


Ebbene sì, sono vittima anch'io dell'ultimo tormentone culinario del web.

Galeotta fu Martina e la sua esecuzione da manuale del Wool roll bread, la brioche gomitolo di lana che impazza sui social da alcune settimane.

La ricetta originale proviene dal canale YouTube di Apron e, come promette il nome stesso, consente di ottenere in poche mosse una brioche dall'aspetto simile a una vaporosa matassa di fili. Non è richiesta infatti una manualità particolare; semmai una piccola dose di pazienza per intagliare e arrotolare i pezzi di impasto che andranno a formare il wool roll bread.

Quanto alla sostanza, consistenza super soffice e sapore essenzialmente neutro rendono questo lievitato la base ideale per farciture sia dolci che salate. Io ho optato per del semplice cioccolato, ma sarebbero perfette anche frutta secca, confetture o creme, senza tralasciare i ripieni salati a base di formaggi e salumi.

Wool roll bread al cioccolato - Brioche gomitolo di lana


Wool roll bread al cioccolato - Brioche gomitolo di lana


Ricetta tratta da qui

Ingredienti per uno stampo da 20 cm di diametro a bordi alti

300 g di farina tipo 0
8 g di lievito di birra fresco
80 ml di latte fresco a temperatura ambiente
100 ml di panna fresca a temperatura ambiente
1 uovo medio
30 g di zucchero semolato
5 g di sale
50 gi di cioccolato fondente a pezzetti


Sciogliere il lievito nel latte e lasciarlo attivare per qualche minuto.

Inserire nella planetaria con la foglia la farina setacciata, il latte, l'uovo, lo zucchero e circa un terzo della panna ed avviarla a velocità bassa fino a far amalgamare sommariamente gli ingredienti. Unire quindi il sale e quando l'impasto avrà iniziato ad incordarsi e risulterà lucido e liscio unire poco a poco la restante panna. Lavorare fino a completo assorbimento. Riporre l’impasto in un contenitore, coprire con pellicola e lasciare lievitare fino al raddoppio.

Trasferire l'impasto su un piano di lavoro infarinato e dividerlo in 5 pezzi di egual peso. Arrotondare ogni pezzo e coprire le palline con pellicola, lasciandole riposare per 15 minuti in modo che il glutine si rilassi e sia più semplice stenderle.

Imburrare leggermente uno stampo circolare da 20 cm e rivestirne il fondo con un un cerchio di carta forno tagliato a misura. Rivestire anche le pareti con una striscia di carta forno.

Procedere alla formatura del wool roll bread. Prendere ciascuna pallina, infarinarla sotto e sopra e stenderla nel senso della lunghezza in modo da darle una forma ovale. Con un raschietto per pasta creare dei taglietti paralleli a pettine nella metà inferiore della pasta. Farcire la parte superiore dell’ovale con il cioccolato a pezzetti e ripiegare i lembi laterali verso il centro; quindi arrotolare verso il basso fino ad ottenere un rotolino. Adagiare ciascun rotolino così formato uno adiacente all’altro nello stampo precedentemente preparato.

Wool roll bread - Tutorial formatura

Wool roll bread - Tutorial formatura

Wool roll bread - Tutorial formatura

Wool roll bread - Tutorial formatura



Coprire lo stampo con pellicola e porre a lievitare in luogo tiepido per circa 1 ora o comunque finché l’impasto sarà ben raddoppiato. Scoprire il wool roll bread e spennellare delicatamente la superficie con poca panna fresca o latte.

Nel frattempo preriscaldare il forno a 170° e cuocere il wool roll bread al cioccolato per 17-20 minuti. Sfornare, staccare delicatamente i bordi della brioche dalla carta forno e metterla a raffreddare su una gratella.


Wool roll bread al cioccolato - Brioche gomitolo di lana

venerdì 11 dicembre 2020

Kougelhopf o Kugelhupf


Kougelhopf o Kugelhupf - Ricetta dolce lievitato di Natale

 ... ma anche Gugelhopf, Gugelhupf o Kouglof, per citare solo le varianti più diffuse.

Si tratta di un lievitato dolce di origine alsaziana tipico del periodo natalizio, arricchito con uvetta, mandorle e talvolta arancia candita, dalla texture soffice e leggera. 

Una sorta di antenato del panettone, insomma, non troppo dolce e delicatamente profumato, alla portata anche chi di chi non è così esperto di grandi lievitati delle feste ma vuole comunque cimentarsi nella preparazione di un dessert prezioso e trionfale.

Diffuso anche in Germania, Austria e Svizzera, la sua paternità è ancora oggi oggetto di dispute. Viene cotto in un particolare stampo a corona con i bordi scanalati, tradizionalmente in ceramica smaltata, che ne favorisce la doratura uniforme, guarnito sulla sommità con mandorle intere e infine cosparso di zucchero a velo.

Sull'intreccio di storia e leggenda che lo accompagna vi lascio documentare - se vorrete - direttamente sul web, dove si trovano ampi riferimenti, oltre a una miriade di ricette e variazioni sul tema, incluse le versioni salate.

Vi riporto invece un aneddoto della mia pubertà, che ha curiosamente legato questo dolce alla mia memoria in modo particolare.

Frequentavo le scuole medie e durante una lezione di francese la nostra insegnante si soffermò su una illustrazione che raffigurava le varie regioni della Francia associandole alle loro specialità gastronomiche. Da buongustaia in erba qual ero, ricordo che mi incuriosii moltissimo, fantasticando sui profumi di quei manicaretti e immaginando di poterli prima o poi assaggiare.

Tra le tante, la mia attenzione fu catturata proprio dall'immagine di questo enorme dolce, svettante su un vassoio d'argento e portato in trionfo da un pasticcere occhialuto e rubizzo. Si trattava appunto del Kougelhopf alsaziano, che anni più tardi avrei ritrovato spesso nelle mie frequenti incursioni tra libri di pasticceria e blog di cucina.

Per decidermi finalmente a prepararlo ci è voluto un nuovo lockdown, la fortuita compresenza di tutti gli ingredienti necessari - inclusi canditi autoprodotti - e il fermento del gruppo di cucina di Anice e Cannella. Qui per settimane si sono susseguiti resoconti fotografici, consigli e testimonianze di appassionate pasticcere casalinghe, tutte alle prese con la ricetta del Kougelhopf messa a punto da Paoletta, di cui vi lascio i riferimenti più sotto. Come racconta lei stessa, la fonte originaria è Il Talismano della Felicità di Ada Boni, la cui versione è stata poi parzialmente ricalibrata negli ingredienti e modernizzata nella tecnica, per ottenere un lievitato profumato, arioso e leggero a regola d'arte.

Provatelo per la tavola natalizia o le colazioni e le merende delle feste: potrebbe diventare una dolce tradizione anche nelle vostre case.

Kougelhopf o Kugelhupf - Ricetta lievitato di Natale


Kougelhopf o Kugelhupf - Ricetta lievitato di Natale


Kougelhopf o Kugelhupf 

(Ricetta tratta dal Talismano della felicità di A. Boni e rielaborata da Paoletta di Anice e Cannella)

Ingredienti per uno stampo da Kougelhopf da 2 litri:


300 g di farina W380 (in mancanza di una farina di questa forza, ridurre la quantità di latte a 20/30 g)
150 g di burro
90 g di zucchero semolato
10 g di lievito di birra fresco
50 g di latte
75 g di acqua
2 uova intere
2 tuorli
25 g di uvetta sultanina ammollata nel rhum (per me 35 g)
25 di arancia candita a dadini (per me 35 g)
5 g di sale fino
scorza di 1 arancia grattugiata
1 cucchiaino di miele
mandorle intere per la decorazione
zucchero a velo, per la finitura


Nella ciotola della planetaria mescolare l’acqua appena tiepida con il lievito, il miele e 75 gr di farina; coprire con pellicola. Dopo circa 45 minuti unire gli albumi e il resto della farina alternandola al latte, e mescolare con la foglia a bassa velocità. Aggiungere il sale e aumentare la velocità, incordare (ci vorranno 10 minuti).

Ridurre appena la velocità ed unire 1 tuorlo, alla ripresa dell’incordatura aggiungere altri 2 tuorli e metà dello zucchero. Incordare di nuovo ed unire l’ultimo tuorlo, il resto dello zucchero, poi incordare ancora molto bene.

Aggiungere poco alla volta il burro morbido insieme alla buccia di arancia e incordare molto bene, aumentando la velocità dell’impastatrice: l’impasto dovrà presentarsi lucido e ben legato, ci vorranno circa 20/25 minuti. Verso la fine, gli ultimi 5 minuti, finire di incordare inserendo il gancio.

Per ultimo aggiungere l’uvetta (o gocce di cioccolato) e l’arancia candita.

È possibile aggiungere un cucchiaio raso di farina dopo il burro, per aiutare l’incordatura, ma non di più, per non snaturare l’impasto.

Porre in una ciotola, coprire con pellicola, e dopo 40/50 minuti (assicurarsi che parta la lievitazione), mettere in frigo in una zona sui 7-8° per circa 6/8 ore.

Tirare fuori dal frigo e dopo 30-45 minuti rovesciare sul tavolo infarinato e dare le pieghe del tipo 2, sino ad ottenere una massa compatta.

Con la chiusura dell'impasto sotto arrotondare e trasferire nello stampo leggermente pennellato di burro e decorato con alcune mandorle, infilando la palla facendo prima un foro in mezzo. Coprire con pellicola e porre in forno spento con lampadina accesa fino a quando l'impasto non raggiunge il bordo dello stampo.

Infornare a 180° per circa 30 minuti sulla placca del forno posizionata su grata medio-bassa, perché il Kugelhopf crescerà molto.

Controllare di frequente che non bruci, coprendo eventualmente la superficie con carta stagnola. Sfornare tiepido, porre su una gratella fino al raffreddamento e spolverare di zucchero al velo.

mercoledì 7 febbraio 2018

Krapfen alla crema

krapfen-alla-crema-ricetta


La voglia di addentare un krapfen traboccante di crema ha incominciato a farsi sentire un po' di giorni fa, incoraggiata anche dal pullulare ovunque, sul web, di dolci tradizionali di Carnevale. Così ho deciso che no, non avrei lasciato passare un altro anno senza provare ad impastarli nella mia cucina. 
E meno male che ho dato ascolto all'istinto, senza troppo pensare alle più che valide ragioni per desistere (una su tutte, la nuova cucina - finalmente grande e spaziosa, ma ahimé tragicamente priva di porta). Anche se la ricetta era frutto di un esperimento, il risultato mi ha dato infatti molta soddisfazione.
Che poi, a rigore, l'autentico Krapfen o Berliner non vorrebbe la crema pasticciera ma la confettura, andrebbe farcito prima della frittura in modo che il il ripieno ceda i suoi succulenti aromi all'impasto, e una volta cotto andrebbe spolverato di zucchero a velo.Pare inoltre che per friggere sia ammesso solo lo strutto.
Insomma, è inutile che ci giri tanto intorno: i miei sono dei krapfen tutt'altro che filologicamente corretti, eccezion fatta per l'utilizzo della "pasta piena", più ricca di uova e grassi rispetto al nostrano bombolone e soffice e profumata come una brioche.
Resta il fatto che ce li siamo mangiati con gran gusto e qualche mugulio di piacere, e tanto basta!

krapfen-alla-crema-ricetta

Krapfen alla crema


Ingredienti per una quindicina di krapfen

Per i krapfen:
250 g di farina tipo 0
150g di farina Manitoba
70 g di zucchero semolato
200 g di uova intere
60 ml di latte fresco intero
80 g di burro morbido
8 g di lievito di birra fresco
6 g di sale fino
scorza grattugiata di 1 limone non trattato
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

Per la crema pasticciera:
350 ml di latte fresco intero
100 ml di panna fresca
4 tuorli
100 g di zucchero semolato
40 g di farina 00
3-4 strisce di scorza di limone non trattata


olio d’arachidi, per friggere
zucchero semolato, per cospargere i krapfen


Sciogliere il lievito nel latte tiepido e lasciar riposare per circa 10 minuti.
Riunire nella ciotola dell’impastatrice la farina, lo zucchero, la scorza di limone e l’estratto di vaniglia e mescolare per pochi secondi con il gancio a foglia; aggiungere quindi il miscuglio di latte e lievito e le uova leggermente sbattute e lavorare l’impasto a velocità media fino a quando risulterà elastico e ben incordato. Unire il sale, ridurre la velocità ed incorporare il burro morbido a fiocchetti, aggiungendolo poco alla volta e lasciandolo assorbire.
Trasferire l’impasto sulla spianatoia infarinata e lavorarlo energicamente per qualche minuto, ripiegando più volte la pasta su se stessa.
Trasferirlo in una ciotola leggermente imburrata e lasciare lievitare in luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria fino al raddoppio, coperto con un foglio di pellicola.
Sgonfiare la pasta, lavorarla brevemente e formare un rettangolo. Effettuare un giro di pieghe del primo tipo: dividere idealmente il rettangolo in tre parti e sovrapporle tra loro; ruotare quindi l’impasto di 90° e ripetere lo stesso procedimento. Riporre l’impasto nuovamente nella ciotola, con la chiave (la parte della piega) rivolta verso il basso, coprire con pellicola e trasferire in frigorifero per 8-12 ore.

Preparare intanto la crema pasticcera. Portare il latte e la panna ad ebollizione, insieme alla scorza di limone. In una terrina sbattere lo zucchero con i tuorli senza incorporare troppa aria; unire quindi la farina e mescolare bene. Versare il latte e la panna a filo sul composto di tuorli, filtrandoli attraverso un colino e mescolando costantemente con una frusta. Trasferire la crema sul fuoco e cuocere a fiamma bassa, mescolando con la frusta, fino a quando sarà addensata.
Toglierla dal fuoco, trasferirla in una ciotola e raffreddare velocemente immergendo quest’ultima in acqua e ghiaccio. Coprire con pellicola a contatto e conservare la crema in frigorifero fino al momento dell’utilizzo.

Trascorso il tempo di riposo estrarre l’impasto dal frigorifero e lasciarlo a temperatura ambiente per circa 40 minuti. Prelevare delle porzioni di 50 g di peso e formare delle palline leggermente schiacciate, avendo cura di serrare bene l’impasto nella parte inferiore. Disporre le palline su una o più placche ricoperte di carta forno e leggermente infarinate, distanziandole bene tra loro.
Coprire con un foglio di pellicola ed un canovaccio e fare lievitare fino al raddoppio (i tempi possono variare in funzione della temperatura e dell’umidità).
Scaldare abbondante olio d’arachidi in una pentola capiente dai bordi alti e portarlo a 170-180°. Preparare intanto un piatto con abbondante zucchero semolato ed un vassoio coperto di carta assorbente.
Friggere pochi krapfen alla volta, avendo cura di maneggiarli delicatamente per non comprometterne la lievitazione e cuocendoli un paio di minuti per lato fino a quando la superficie è uniformemente dorata.
Scolarli su carta assorbente e passarli, ancora caldi, nello zucchero semolato.
Per farcire i krapfen praticare un piccolo taglio laterale in corrispondenza della riga chiara e riempirli con la crema pasticcera, con l’aiuto di una sac à poche.

krapfen-alla-crema-ricetta

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martedì 31 gennaio 2017

Babka alle noci e semi di papavero



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Della Babka ("nonna", in polacco), avevo letto più volte qua e là nelle mie scorribande blogghesche; era solo questione di tempo, ma non avevo dubbi che presto o tardi non avrei saputo tenere a bada il prurito che avverto quando m'imbatto in questo genere di lievitati, ed avrei capitolato. 
Recentemente è tornata a fare capolino tra i miei pensieri, e prontamente mi sono messa all'opera, già pregustando il conforto che mi procura impastare (e gustare) con lentezza una fragrante brioche.

Si tratta di un dolce di pasta lievitata farcita ed intrecciata tipico dei paesi dell’Europa orientale ashkenazita - dove tradizionalmente accompagna la celebrazione della Pasqua ebraica - ampiamente diffuso anche in America del nord, in particolare nelle città con una numerosa presenza ebraica.
Sulla scelta del ripieno non ci sono limiti alla fantasia: io ho optato per una farcia a base di semi di papavero e noci, sebbene la versione più diffusa preveda il cioccolato; voi personalizzate la babka come meglio credete e sono certa che il risultato non vi deluderà.

Per una nota di golosità extra, vi segnalo che spesso si usa arricchire la superficie dell'impasto con una cascata di streusel, preparato mescolando farina, zucchero e burro in parti uguali: si creerà così un piacevole contrasto tra la soffice scioglievolezza della brioche e le briciole croccanti.


babka-alle-noci-e-semi-di-papavero

Ingredienti per uno stampo da plumcake (23x10x6 cm):

Per la pasta lievitata:
250 g di farina
70 g di burro
1 uovo grande
100 ml di latte fresco intero
30 g di zucchero semolato
5 g di sale fino
5 g di lievito di birra fresco

Per la farcitura:
50 g di burro morbido
60 g di zucchero di canna
5-6 cucchiai di semi di papavero
80 g di gherigli di noce grossolanamente spezzettati
1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio

1 cucchiaio di latte

Sbriciolare il lievito nel latte intiepidito (max. 30°), mescolare e lasciare riposare per 5-10 minuti o fino a quando sulla superficie si sarà formata una caratteristica schiumetta.
In un’ampia terrina setacciare la farina, unire lo zucchero e versare al centro il miscuglio di latte e lievito; unire l’uovo sbattuto e cominciare ad impastare. Unire quindi il sale e lavorare energicamente l’impasto per alcuni minuti (se si possiede la planetaria, impastare con la foglia a velocità media, fino ad incordatura).
Unire a questo punto il burro morbido, un tocchetto alla volta, lasciando assorbire il precedente prima di aggiungere il successivo ed impastare fino ad ottenere un panetto liscio, morbido ed elastico. 
Riporre l'impasto in una capiente terrina leggermente oliata o imburrata, sigillare con un foglio di pellicola e lasciar riposare per 8-10 ore in frigorifero.
Trascorso il tempodi riposo, riprendere l'impasto, lasciarlo a temperatura ambiente per 30 minuti e quindi stenderlo sulla spianatoia infarinata sino ad ottenere un rettangolo di circa 30x40 cm.
Lavorare il burro morbido con lo zucchero di canna e l’acqua di fiori d’arancio e spalmare la crema ottenuta sulla superficie dell’impasto, lasciando libero un bordo di circa 1 cm. Cospargere abbondanemente con i semi di papavero ed i gherigli di noce spezzettati. Arrotolare l’impasto partendo dal lato lungo sino ad ottenere un salsicciotto. Con un coltello affilato dividere il rotolo a metà nel senso della lunghezza; intrecciare quindi le sue parti tra loro e trasferire la babka in uno stampo da plumcake rivestito di carta forno. 
Coprire a campana con un sacchetto di plastica pulito e lasciare lievitare in luogo tiepido ed al riparo da correnti d'aria fino al raddoppio.
Spennellare delicatamente la babka con poco latte e cuocerla in forno caldo a 180° per circa 30 minuti.

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mercoledì 9 novembre 2016

Girelle all'uvetta e cannella


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Di ritorno da una giornata più lunga e faticosa del solito, alcune sere fa ho deciso di sospendere il tempo abbandonandomi senza riserve al potere rasserenante e consolatorio della cucina.
Cercavo qualcosa di semplice, da preparare con gli ingredienti che avevo a disposizione in casa e che possibilmente prevedesse un po' di lavoro di braccia e niente di più evoluto di un cucchiaio e qualche ciotola, per consentire ai pensieri di danzare leggeri al ritmo delle mani e del cuore.
La  mia scelta è infine ricaduta sulle girelle all'uvetta, una ricetta di casa che replico ormai da anni e che trovo perfetta per un breve momento di relax in queste giornate autunnali sempre più fredde.
Un impasto soffice e leggero abbraccia il sapore dello zucchero caramellato e durante la cottura un delizioso profumo di cannella e scorza d'arancia si sprigiona dal forno. Il primo morso impaziente, ancora tiepido, è una piccola epifania: ogni cosa per un attimo riacquista la sua giusta dimensione e sulle mie labbra riaffiora il sorriso.

girelle-uvetta-e-cannella

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Girelle all’uvetta e cannella

Ingredienti per 12-15 girelle:

Per l’impasto:
250 g di farina tipo 0
100 ml di latte fresco intero
30 ml di acqua tiepida
1 uovo medio
30 g di burro morbido
4 g di lievito di birra fresco (se volete ridurre i tempi di lievitazione, potete aumentare a 7 g)
1 cucchiaino di miele
½ cucchiaino di sale (3 g)

Per la farcitura:
50 g di burro morbido
50 g di zucchero di canna grezzo (tipo Muscovado)
50 g di uvetta
1 cucchiaino di cannella in polvere
2 cucchiai di brandy
la scorza grattugiata di ½ arancia non trattata
2 cucchiai di sciroppo d’acero (o miele fluido), per spennellare

In una tazzina sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e lasciare riposare in luogo tiepido fino a quando la superficie sarà ricoperta da una leggera schiumetta.
Setacciare la farina in una capace terrina, creare una fontana ed al centro unire il miscuglio di lievito ed acqua, il latte intiepidito, il miele e l’uovo sbattuto. Lavorare l’impasto dapprima con l’aiuto di una forchetta e poi con le mani; aggiungervi il sale e trasferirlo sulla spianatoia leggermente infarinata. Impastare energicamente ed unire man mano il burro morbido a fiocchetti, lavorando l’impasto fino a quando questo non sarà completamente assorbito, fino ad ottenere un panetto morbido, liscio ed elastico.
Formare una palla, riporla nella terrina, coprirla con un foglio di pellicola e porre a lievitare in luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria sino al raddoppio (2-3 ore).
Preparare nel frattempo la farcitura mescolando il burro morbido con lo zucchero di canna, la cannella e la scorza d’arancia grattugiata sino ad ottenere una crema. A parte, ammollare l’uvetta in poca acqua tiepida aromatizzata con il brandy.
Trascorso il tempo di riposo, riprendere l’impasto, sgonfiarlo e stenderlo sulla spianatoia leggermente infarinata in modo da ottenere un rettangolo di circa 30x25 cm. Spalmare uniformemente la crema di burro e zucchero e distribuirvi sopra l’uvetta, ben strizzata. Arrotolare l’impasto su se stesso nel senso della lunghezza, quindi tagliare il rotolo a fette spesse circa 2-3 cm. Disporre le fette così ottenute su una placca rivestita di carta forno, coprire con un foglio di pellicola e lasciare riposare 50-60 minuti circa.
Cuocere le girelle all’uvetta in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti o fino a quando la superficie risulterà dorata. Appena estratte dal forno, spennellarle con lo sciroppo d’acero e lasciarle intiepidire su una gratella.

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lunedì 17 ottobre 2016

Pane dolce al cioccolato e uvetta


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Quando torno a casa dopo un’assenza più o meno prolungata, la prima cosa di cui sento il bisogno è riappropriarmi del mio piccolo focolare, e quasi sempre il modo migliore per farlo è mettermi ad impastare. Il pane al cioccolato ed uvetta che vi propongo oggi attendeva da un po’ il suo momento ed il rientro dalle ferie ha fatto scattare la molla per decidermi finalmente a prepararlo.
La ricetta è tratta da un libro bellissimo (Come si fa il pane, di Emmanuel Hadjiandreou), ricevuto in dono da mia sorella ormai un annetto fa e corredato, su mia esplicita richiesta, da un affilatissimo bisturi da chirurgo, in previsione delle numerose incisioni che avrei dovuto praticare di pari passo con una frequentazione sempre più assidua della panificazione casalinga – sia detto, a mia discolpa, che mia sorella è medico, e che in quanto tale ha soddisfatto la mia bizzarra istanza senza scomporsi affatto, raccomandandomi unicamente prudenza, data la mia proverbiale tendenza a cader vittima di più o meno piccoli incidenti domestici.
Il primo esperimento con l’arte dell’intaglio a dire il vero è stato un poco deludente: al momento di rovesciare il pane sulla teglia, infatti, un movimento maldestro ha fatto afflosciare la superficie, impedendo alle incisioni di aprirsi e far sviluppare correttamente la pagnotta durante la cottura. Già disperavo del risultato, maledicendomi per aver vanificato il frutto di tanta attesa e rimandando al mattino seguente il momento decisivo dell’assaggio, quand’ecco che al taglio delle prime fette mi son resa conto che ancora una volta il mio naturale disfattismo mi aveva fatto perdere di vista la realtà: il mio pane assomigliava in tutto e per tutto a quello fotografato sul libro. Quanto al sapore…beh, non vi resta che provarlo!

pane-dolce-al-cioccolato-e-uvetta

Pane dolce al cioccolato e uvetta

(Ricetta tratta da Come si fa il pane, di E. Hadjiandreou)

Ingredienti per una pagnotta:

330 g di farina per pane
250 ml circa di acqua tiepida (io ne usata poca di più)
170 g di lievito madre*
200 g di uvetta di Corinto
80 g di cioccolato fondente, grossolanamente spezzettato (nella ricetta originale 80 g di gocce di cioccolato al latte)
20 g di cacao amaro in polvere
8 g di sale fino

*Poiché non possiedo il lievito madre ho optato per una lievitazione indiretta tramite biga, preparata come segue:

120 g di farina forte per pane
55 g di acqua
1 g di lievito di birra

Sciogliere il lievito nell’acqua ed unire la farina setacciata. Lavorare brevemente sino ad ottenere un impasto grezzo, dargli una forma di palla e riporlo in una ciotola. Coprire con un telo umido ed un foglio di pellicola e porre a maturare la biga per 16-18 ore alla temperatura di 18°.

In alternativa sarà possibile accorciare i tempi di lavorazione utilizzando il metodo diretto. In questo caso per l’impasto saranno necessari 450 g di farina, 300 ml circa di acqua tiepida e 5 g di lievito di birra.

Mescolare l’uvetta ed il cioccolato e tenere da parte.
In una ciotola più piccola mescolare la farina, il sale ed il cacao. In un’altra ciotola più grande sciogliere il lievito madre (o la biga) nell’acqua tiepida. Unire gli ingredienti secchi agli ingredienti umidi, aggiungere la miscela di uvetta e cioccolato e mescolare. Coprire e lasciare riposare per 10 minuti. 
Dopo 10 minuti, lasciando l’impasto nella ciotola, tirarne un lembo di lato e premerlo al centro. Girare leggermente la ciotola e ripetere questa operazione con un’altra porzione d’impasto. Ripetere per altre 8 volte. L’intero processo dovrebbe richiedere circa 10 secondi e l’impasto dovrebbe iniziare a porre resistenza. Coprire e lasciare riposare per 10 minuti.
Ripetere la procedura di pieghe e riposi per altre tre volte; al termine dell’ultimo giro di pieghe coprire la ciotola e lasciare riposare per un’ora.
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e trasferirlo sul piano di lavoro infarinato. Formare una palla, spolverare di farina un cestino per la lievitazione, trasferirci l’impasto e lasciarlo lievitare coperto fino a quando sarà quasi raddoppiato di volume (saranno necessarie dalle 3 alle 6 ore) [In mancanza dell’apposito cestino, è possibile utilizzare uno scolapasta rivestito con un telo di cotone pulito ed abbondantemente infarinato].
Circa 20 minuti prima di infornare accendere il forno a 240° e scaldare una teglia sul fondo. Riempire d’acqua una tazza e tenerla da parte.
Quando l’impasto è raddoppiato di volume, rovesciare il pane sulla leccarda, spolverarlo di farina e praticare un taglio a croce sulla superficie. Infornare il pane, versare l’acqua tenuta da parte nella teglia in fondo al forno ed abbassare la temperatura a 220°. Cuocere per circa 30 o 40 minuti: il pane è cotto quando, battendo sul fondo, suona vuoto. Lasciare raffreddare su una gratella prima di affettarlo.

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lunedì 5 settembre 2016

Pan brioche arrotolato alla crema e more selvatiche


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Immancabile rituale di transizione tra l’estate e l’autunno, anche quest’anno, sul finire di agosto, ho riassaporato il piacere della raccolta delle more selvatiche. 
Il bottino è stato abbondante, con escursioni perlopiù in solitaria e come di consueto a prezzo di qualche graffio – ché, di indossare guanti e pantaloni lunghi per andare a cogliere le more quando il sole è ancora caldo ed alto nel cielo, proprio non se ne parla.
Oltre ad averle gustate al naturale ed aver preparato la confettura, avevo intenzione di dedicarne una parte ad un dolce, ma un repentino cambio di programmi proprio all’ultimo ha voluto che le mie more si tuffassero in un pan brioche: dopo un’intera estate trascorsa senza quasi accendere il forno e lontana da lievito e farine, le mie mani ed il mio cuore reclamavano infatti il tiepido abbraccio di un impasto, senza possibilità d’appello.
Così ho pensato ad una brioche che accompagnasse per qualche giorno i nostri risvegli, soffice e leggera (in quanto priva di burro), ma resa golosa dalla ricca farcitura, che invita a tagliare subito un’altra fetta.
Se anche voi avete voglia di qualcosa di semplice e buono per cominciare la settimana col sorriso, non mi resta che suggerirvi di provarla.

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Pan brioche arrotolato alla crema e more selvatiche

Ingredienti per uno stampo da plumcake (23x10x6 cm):

Per il pan brioche

300 g di farina tipo 0
120 ml di latte tiepido
40 g di zucchero semolato
4 g di sale fino
6 g di lievito di birra fresco
50 ml di acqua tiepida
30 ml di olio extravergine d’oliva
1 albume

Per la crema

220 ml di latte fresco intero
1 uovo
60 g di zucchero semolato
30 g di farina
la scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato

Per la composta di more selvatiche *

250 g di more di rovo
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaino di succo di limone

zucchero a velo, per completare



*Se non avete a disposizione more fresche potete sostituirle con altri frutti di bosco od utilizzare la vostra confettura preferita (4-5 cucchiai dovrebbero essere sufficienti).

Preparare anzitutto l’impasto per il pan brioche. Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida in una tazza, in modo da ottenere una miscela omogenea, e lasciare riposare in luogo tiepido per 10 minuti circa: sulla superficie dovrà formarsi una leggera schiumetta. 
Setacciare la farina in una capiente ciotola ed unirvi lo zucchero, l'olio, il latte, l'albume, la miscela di lievito ed acqua ed amalgamarli in modo da ottenere un impasto soffice. Unire quindi il sale e lavorare l'impasto per alcuni minuti su una superficie leggermente infarinata finché non è liscio, morbido ed elastico. Riporre l’impasto nella ciotola, coprire con pellicola e lasciare lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio (circa 3 ore).
Preparare nel frattempo la crema. Scaldare il latte con la scorza di limone fino a fargli sfiorare il bollore. A parte, sbattere l’uovo con lo zucchero fino ad ottenere una massa chiara e spumosa; unirvi la farina e mescolare accuratamente. Versare il latte caldo a filo sul composto di uovo e zucchero, mescolando costantemente con una frusta. Portare il tutto sul fuoco e cuocere a fiamma dolcissima, sempre mescolando, fino a quando la crema sarà addensata. Raffreddare rapidamente la crema immergendo il contenitore in uno più grande colmo di acqua ghiacciata e tenere da parte.
Preparare la composta di more riunendo tutti gli ingredienti in un pentolino e cuocendoli per pochi minuti, fino a quando le more avranno rilasciato parte dei loro succhi e lo zucchero avrà iniziato a caramellare leggermente. Fare raffreddare e tenere da parte.
Trascorso il tempo di riposo, riprendere l’impasto, sgonfiarlo leggermente cercando di formare un rettangolo e procedere con un giro di pieghe del primo tipo: dividere idealmente il rettangolo in tre parti e sovrapporle tra loro; ruotare quindi l’impasto di 90° e ripetere lo stesso procedimento.
Far riposare così l'impasto, con la chiave (la parte della piega) rivolta verso il basso e coperto da un panno per una circa 40 minuti; stenderlo quindi in una rettangolo il cui lato più corto sia pari alla lunghezza dello stampo. Cospargere uniformemente la pasta con uno strato di crema e con la composta di more ed arrotolarla su se stessa; trasferire il rotolo nello stampo rivestito di carta forno, coprire con un panno umido e lasciare lievitare altri 40 minuti circa.
Cuocere il pan brioche nel forno caldo a 180° per circa 30 minuti, avendo cura di coprirlo con un foglio di carta stagnola se la superficie dovesse scurire troppo. Lasciare intiepidire, quindi estrarre il pan brioche dallo stampo e farlo raffreddare su una gratella. Spolverare a piacere di zucchero a velo.

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martedì 22 marzo 2016

Hot cross buns (ricetta di Paul Hollywood)


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Il file con la ricetta degli hot cross buns stazionava sul desktop del mio portatile ormai dalla scorsa Pasqua, quando li avevo adocchiati sul sito di Paul Hollywood e mi ero ripromessa di provarli. 
E’ mai possibile che mi fissi sulle ricette a tema sempre fuori tempo massimo, quando ormai l’occasione è passata e mi tocca attendere un anno prima di poterle realizzare? 
Ci stavo cascando di nuovo, ma poi, presa da un raptus proprio durante un feroce attacco di emicrania che avrebbe dovuto indurmi a più miti consigli, ho deciso che questa volta avrei sfornato i miei buns per tempo, in modo da poterli condividere qui e lasciarvi la ricetta, nel caso anche voi voleste cimentarvi. Fortuna vuole che, nonostante l’indisposizione, il risultato sia stato apprezzato all’unanimità – solo due paninetti superstiti all’appello – e quindi eccoli qui. 
Per chi non li conoscesse, gli hot cross buns sono dei soffici panini dolci all’uvetta aromatizzati con cannella ed altre spezie, tipici della tradizione pasquale anglosassone, la cui superficie viene decorata con una caratteristica croce, anticamente di pasta frolla, ma oggi più spesso fatta di un composto di acqua e farina, di glassa o semplicemente incisa con una lama. In genere vengono preparati e mangiati il venerdì santo e, secondo la leggenda, i panini cotti in questo giorno si mantengono fragranti e morbidi molto a lungo, senza ammuffire. 
Pare che la ricetta affondi le sue radici negli antichi rituali pagani in onore della dea Ostre (da cui deriverebbe il termine stesso Easter, Pasqua), per celebrare la fine dell’inverno. Secondo questa interpretazione, la croce che decora gli hot cross buns rappresenterebbe le quattro fasi lunari; in seguito la tradizione è stata ripresa dal cattolicesimo, che ne ha fatto una simbologia della figura di Cristo.

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Hot cross buns
(Ricetta tratta da How to bake, di Paul Hollywood)

Ingredienti per circa 12-15 buns:
500 g di farina forte (io ho usato 300 g di farina tipo 0 e 200 g di farina tipo 2)
75 g di zucchero
40 g di burro
3 g di lievito istantaneo liofilizzato (10 g, nella ricetta originale)
2 uova medie
120 ml di latte tiepido
120 ml di acqua
150 g di uvetta
80 g di frutta candita mista
la scorza grattugiata di 2 arance non trattate
1 mela pelata e tagliata a dadini
2 cucchiaini di cannella in polvere (ho ridotto a 1, raso)
10 g di sale
75 g di marmellata di albicocche + 1 cucchiaio di acqua calda, per pennellare i buns

Per le croci:
75 g di farina
75 g di acqua

Setacciare la farina in una grossa ciotola. Sciogliere il lievito nel latte leggermente tiepido ed aggiungerlo alla farina, insieme allo zucchero, le uova e metà dell'acqua. Cominciare ad impastare e per ultimo aggiungere il sale, sciolto nella rimanente acqua. L'impasto deve risultare morbido ma non troppo appiccicoso, perciò potrebbe non essere necessario aggiungere tutta l’acqua. Unire infine il burro morbido a tocchetti ed impastare energicamente per alcuni minuti, fino ad ottenere un panetto morbido, liscio ed elastico. Formare una palla e trasferirla  in una ciotola leggermente oleata. Coprire con un telo umido o un foglio di pellicola trasparente e lasciare lievitare fino al raddoppio (2-3 ore circa). 
Riprendere l’impasto, trasferirlo sul piano di lavoro leggermente infarinato ed incorporare la mela tagliata a dadini, i canditi, la scorza d'arancia, l'uvetta e la cannella. Impastare fino a che tutti gli ingredienti saranno omogeneamente distribuiti nell’impasto. Coprire e fare lievitare per un'altra ora circa. 
Riprendere l'impasto, sgonfiarlo e dividerlo in 12 parti uguali; formare delle palline arrotondando l’impasto tra le mani e pizzicandone i bordi verso il basso e trasferirle in una teglia rivestita di carta forno. Coprire con della pellicola e fare lievitare fino al raddoppio. 
Per le croci, mischiare velocemente la farina con l'acqua , versare il composto in una sac à poche con bocchetta liscia e stretta e formare le croci sui panini. 
Cuocere gli hot cross buns in forno caldo a 200° per circa 15-20 minuti o fino a doratura. Appena estratti dal forno, spennellarli leggermente con un miscuglio di acqua calda e marmellata di albicocche . Lasciare raffreddare su una griglia.

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Con questa ricetta partecipo a Panissimo#39, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra, e Barbara, Bread & Companatico, questo mese ospitata nel blog Un Condominio in cucina


mercoledì 9 marzo 2016

Maritozzi con la panna


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I maritozzi sono una specialità laziale, ed in particolare romana, dalle origini molto antiche. 
Pare infatti che già all’epoca dei Romani fossero diffuse delle pagnotte impastate con uva passa ed addolcite col miele. In seguito, a partire dall’età medievale, il dolce diminuì di pezzatura, si fece più scuro in superficie e venne arricchito con pinoli e canditi; era usanza consumarlo soprattutto in periodo di Quaresima, e per questa ragione assunse l’appellativo di “er Santo maritozzo” (di tale versione parla Ada Boni nel suo Talismano della felicità). 
Quanto all'origine del nome, questo parrebbe derivare dalla deformazione burlesca di “marito”, ricollegandolo alla tradizione che ne faceva un dono benaugurale dedicato dal fidanzato alla promessa sposa il primo venerdì di Marzo (corrispondente all’attuale S. Valentino). 
La variante odierna di questo dolce, ovvero quella comunemente diffusa nei bar e pasticcerie romani, prevede un impasto più fine e leggero ed una farcitura a base di panna montata.
Da tempo desiderosa di provarle entrambe, ho scelto di partire dalla versione “moderna”: il classico maritozzo con la panna, fragrante e profumato. Per la ricetta mi sono affidata senza esitazioni ad Adriano –  un vero Maestro dei lievitati, che non ha certo bisogno di presentazioni – e ne sono rimasta soddisfattissima. 
Ora, ad essere sincera, io un maritozzo in terra laziale non ho mai avuto il piacere di assaggiarlo, e quindi a rigor di logica non ho termini di paragone attendibili. Eppure, vi posso assicurare che questi sono semplicemente strepitosi: soffici come nuvolette, leggeri e delicatamente aromatici. 
Ne ho farcita una parte con la panna montata ed i restanti li abbiamo mangiati a colazione nei giorni a venire: sono perfetti anche vuoti e, se conservati negli appositi sacchetti per alimenti o ben coperti, mantengono a lungo tutta la loro fragranza e morbidezza.

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Maritozzi con la panna

Ingredienti per una dozzina di maritozzi:

450 g di farina w 300 (o Manitoba per impiego non professionale)
50 g di farina di riso
200 g di acqua
90 g di zucchero
1 cucchiaio di miele (possibilmente d’arancio)
1 uovo + 1 tuorlo
8 g di lievito fresco
8 g di sale
1 cucchiaino di malto (o miele)
60 g di burro
40 g di olio di mais (o arachide o riso)
la scorza grattugiata di un’arancia non trattata

1 albume
sciroppo di zucchero per lucidare (135 g di zucchero + 100 g di acqua)
panna fresca per farcire i maritozzi


Portare quasi a bollore l’acqua con metà delle scorze d’arancia e riscaldare l’olio con l’altra metà.
Nella ciotola della planetaria, sciogliere il lievito ed il malto nell’acqua intiepidita (riportata a 200gr), unirvi 200 g di farina e lasciar lievitare a temperatura ambiente (sarà necessaria circa 1 ora). 
Miscelare la restante farina con quella di riso. Unire metà della farina e dello zucchero ed avviare la planetaria a vel. 1; all’assorbimento unire l’uovo con il resto dello zucchero e della farina, lasciare andare per qualche giro, quindi inserire il tuorlo con il miele ed il sale. Aumentare la velocità ad 1,5 e portare ad incordatura.
Aggiungere il burro morbido in due riprese e, una volta ottenuta una buona incordatura, unire l’olio a filo, fermandosi di tanto in tanto per evitare che l’impasto perda consistenza.
Coprire e porre a lievitare a 26° fino al raddoppio (circa 2 ore).
Trascorso il tempo di riposo, rovesciare l’impasto sulla spianatoia infarinata e procedere con un giro di pieghe del tipo 2: prendere un lembo d’impasto, stenderlo leggermente e portarlo verso il centro; afferrare delicatamente l’angolo che si sarà formato a destra della prima piegatura, stenderlo leggermente e portarlo a sua volta verso il centro. Procedere allo stesso modo fino a chiudere il giro.  Arrotondare e coprire a campana. (A questo punto è possibile trasferire l’impasto in frigorifero a 4° per 8 ore).
Dopo 30 minuti porzionare l’impasto in pezzi da 80 g e formare delle palline ben strette. Dopo 15 minuti capovolgere le sfere e riavvolgerle a filoncino, stringendo bene. Coprire con pellicola e porre a lievitare a 28° per circa un’ora.
Trascorso il tempo di riposo, pennellare con l’albume ed infornare a 180° per 12 minuti o fino a cottura.
Appena fuori dal forno lucidiamo con uno sciroppo di zucchero a 30° be (135gr di zucchero portati a bollore con 100gr di acqua e raffreddati).
Farcire a piacere con panna montata.

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Con questa ricetta partecipo al Giveaway di Batuffolando, "Le Primavere"


mercoledì 24 febbraio 2016

Brioche bulgara al miele e fiori d’arancio


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Credevo che questa volta avrei saltato, per via del poco tempo a disposizione e di altri pensieri che tengono la mia mente occupata, ed è per questa ragione che arrivo proprio in corner a partecipare all’appuntamento mensile con l’MTChallenge
Il tema della sfida lanciato da Eleonora e Michael è più che mai stimolante e ricco di sfaccettature: il miele nelle sue declinazioni dolci e salate.
A casa nostra il miele è una presenza costante, soprattutto come alternativa per dolcificare le bevande e come ingrediente di supporto nei lievitati, ma devo ammettere che raramente lo utilizzo come elemento caratterizzante di un piatto. In linea di massima preferisco le varietà scure, molto aromatiche e tendenzialmente amarognole, come castagno od erica, ma capita spesso che la curiosità mi spinga a provare altre tipologie. Nella ricetta che propongo, ad esempio, ho utilizzato il miele di coriandolo, nel quale non mi ero mai imbattuta prima e di cui ignoravo addirittura l’esistenza. Produzione recente e circoscritta, in quanto il coriandrum sativum ha cominciato ad essere coltivato in territorio italiano da pochissimi anni, questo miele presenta colore chiaro e dorato, profumo delicato e sapore dolce, con un leggero retrogusto speziato, vagamente balsamico e floreale.
Per le ragioni sopra citate, il mio contributo è quantomai modesto. Da tempo desideravo provare la brioche bulgara, una scenografica corona di boccioli adocchiata la prima volta sul blog di Cinzia, ed ho pensato di sfruttare l’occasione per proporne una versione aromatizzata al miele ed acqua di fiori d’arancio. 
Le ricette che si trovano sul web sono tutte molto simili; io ho deciso di modificare ingredienti, procedimento e proporzioni in base al risultato che volevo ottenere, ovvero una brioche soffice, non troppo dolce né burrosa e con una discreta conservabilità.

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Brioche bulgara al miele di coriandolo e fiori d’arancio

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22-24 cm:

Per il lievitino:
80 g di farina 0
80 g di acqua tiepida
7 g di lievito di birra

Per l’impasto:
350 g di farina 0
1 uovo intero + 1 tuorlo
90 ml di latte fresco intero
50 g di miele di coriandolo (in alternativa arancio, acacia o millefiori)
30 g di burro salato
2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio
4 g di sale

Per la farcitura:
50 g di burro morbido
30 g di miele di coriandolo

Per completare:
1 albume leggermente sbattuto
semi di sesamo biondo

Preparare il lievitino mescolando il lievito con l’acqua e la farina fino ad ottenere una pastella consistente e priva di grumi. Lasciar riposare per circa 40 minuti: il composto dovrà risultare gonfio e coperto di piccole bolle. Nel frattempo, riscaldare il latte e sciogliervi il miele; lasciare intiepidire (la temperatura non dovrà superare i 30°). 
Trascorso il tempo di riposo, rovesciare il lievitino nella ciotola della planetaria insieme a due cucchiai di farina, ed avviare la macchina con il gancio a foglia, a bassa velocità. Aggiungere il tuorlo, far amalgamare e ad assorbimento aggiungere altri due cucchiai di farina. Unire l'uovo  e l’acqua di fiori d’arancio. Infine alternare il latte tiepido e la farina. Aggiungere il sale e fare incordare l’impasto, aumentando gradatamente la velocità. Montare il gancio ad uncino ed aggiungere il burro morbido a pezzetti, senza unire il successivo fino a quando il precedente non sia stato completamente assorbito. Lavorare a media velocità per qualche minuto, fino a quando l’impasto risulterà liscio e lucido. 
Trasferire l’impasto in una ciotola leggermente unta, coprire con un foglio di pellicola e porre a lievitare in luogo tiepido ed al riparo dalle correnti d’aria sino al raddoppio (2-3 ore). Intanto lavorare a crema il burro morbido con il miele e tenere da parte.
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e rovesciarlo su una spianatoia leggermente infarinata. Dividerlo in quattro parti, quindi ricavare da ciascuna di esse quattro palline: in totale si dovranno ottenere sedici porzioni di pasta.
Stendere quattro palline fino ad ottenere dei dischi sottili del diametro di circa 20 cm, quindi spennellarli con il composto di miele e burro preparato e sovrapporli tra loro. Avvolgere a rotolo e dividere il salsicciotto ottenuto in 5 parti, come mostrato nell’immagine. Procedere allo stesso modo con le restanti palline d’impasto.

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Disporre le roselline in uno stampo imburrato o rivestito di carta forno e lasciar lievitare coperto per circa 40 minuti o fino a quando l’impasto avrà raggiunto i bordi della teglia. Spennellare delicatamente la superficie con l’albume leggermente sbattuto e cospargerla di semi di sesamo. Cuocere in forno caldo a 180° per circa 30 minuti (se la superficie tendesse a scurire troppo, coprire con un foglio di alluminio). A cottura ultimata spennellare a piacere con altro miele, leggermente riscaldato.

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Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge n. 54, il miele, di Eleonora e Michael


lunedì 1 febbraio 2016

Donuts al forno




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Lo spirito carnascialesco non mi ha mai contagiata più di tanto, neppure da bambina. 
Certo, ricordo con un misto di orgoglio e tenerezza i costumi che la mia mamma cuciva su misura per me, le festicciole con gli amici ed il rito corale della preparazione delle bugie, ma in generale il Carnevale è sempre trascorso in sordina rispetto ad altre ricorrenze. Anzi, da quando non abito più con i miei non mi sono mai cimentata con i dolci classici di questa festa, complice un cucinino minuscolo ed una certa idiosincrasia per la frittura casalinga. 
Poi, qualche giorno fa, m’è presa un’inspiegabile voglia di ciambelle, di quelle soffici e leggere, che ti sporcano il naso di zucchero e profumano di scorza d’arancia e vaniglia. Nel pomeriggio ho preparato l’impasto, l’ho lasciato riposare e dopo cena abbiamo gustato i nostri donuts appena sfornati, belli caldi e fragranti. Io, per le ragioni di cui sopra, ho deciso di cuocerli al forno, e sono rimasta molto soddisfatta del risultato: morbidi, profumati e gustosi, perfetti anche senza frittura – anzi, per i miei gusti anche migliori.

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Donuts al forno – Ciambelle soffici al forno

Ingredienti per una quindicina di donuts:

250 g di farina 00
150 g di farina Manitoba
120 g di uova intere 
50 g di zucchero semolato
170 ml di latte fresco intero
80 g di burro morbido
12 g di lievito di birra fresco
scorza grattugiata di 1/2 limone non trattato
scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
i semi di ½ bacca di vaniglia
6 g di sale

30 g di burro fuso e zucchero semolato q.b. per la finitura

Sciogliere il lievito nel latte leggermente intiepidito (max. 35°) e lasciar riposare a temperatura ambiente per una decina di minuti: sulla superficie si formerà una leggera schiumetta. 
Setacciare le farine nella ciotola della planetaria; unirvi lo zucchero, la scorza degli agrumi, la vaniglia ed il latte con il lievito. Unire quindi le due uova, leggermente sbattute, e cominciare ad impastare con il gancio a foglia a bassa velocità; aggiungere quindi il sale e lavorare l’impasto per circa 10 minuti o fino a quando risulterà liscio ed elastico. 
Montare il gancio ad uncino ed incorporare il burro morbido in più riprese, senza aggiungerne di nuovo fino a quando il precedente non sia stato assorbito. Portare ad incordatura.
Trasferire l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata, lavorarlo brevemente e dargli un giro di pieghe a tre (formare un rettangolo, dividerlo idealmente in tre parti e sovrapporle tra loro; ruotare quindi l’impasto di 90° e ripetere lo stesso procedimento). Trasferire l’impasto in una ciotola leggermente unta, con la parte della piega rivolta verso il basso, coprire con uno strofinaccio umido o un foglio di pellicola e lasciar lievitare in un luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria fino al raddoppio (circa 2 ore). 
Riprendere l’impasto, sgonfiarlo e stenderlo su un piano leggermente infarinato ad uno spessore di circa 1 cm. Con l’aiuto di un bicchiere o di un coppapasta di circa 8 cm di diametro ricavare dei cerchi, quindi con un coppapasta più piccolo, di circa 3cm, ricavare il buco centrale. Sistemare i donuts ben distanziati su due teglie rivestite di carta forno; coprire con pellicola e lasciar lievitare in un luogo tiepido per 40 minuti, o fino a quando il volume delle ciambelline non sia raddoppiato. 
Cuocere in forno caldo a 180° per circa 10 minuti o fino a quando i donuts non saranno leggermente dorati. Estrarre i donuts dal forno e spennellarli immediatamente con un velo di burro fuso, quindi tuffarli nello zucchero semolato e scuoterli delicatamente per eliminare quello in eccesso.

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Con questa ricetta partecipo a Panissimo#38, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra, e Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata nel blog Un Condominio in cucina.

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